Volume 6

Edizione Giuntina
    molto comoda, et in Banchi un palazzo che è dalla casa de' Gaddi, il
    quale fu poi compero da Filippo Strozzi, che certo è comodo e bellissi-
    mo e con molti ornamenti.
    Essendosi in questo tempo, col favore di papa Leone, levato sù la
5   nazione fiorentina a concorrenzia de' Tedeschi e delli Spagnuoli e de'
    Franzesi, i quali avevono chi finito e chi cominciato in Roma le chiese
    delle loro nazioni, e quelle fatte adornare, e cominciate a ufiziare so-
    lennemente, aveva chiesto di poter fare ancor essa una chiesa. Di che
    avendo dato ordine il Papa a Lodovico Capponi, allora consolo della
10   nazione, fu deliberato che dietro Banchi al principio di strada Iulia,
    in sulla riva del Tevere, si facesse una grandissima chiesa e si dedi-
    casse a San Giovanni Batista, la quale per magnificenza, grandezza,
    spesa, ornamenti e disegno, quelle di tutte l'altre nazioni avanzasse.
    Concorrendo dunque in fare disegni per quest'opera Raffaello da
15   Urbino, Antonio da San Gallo e Baldassarre da Siena et il Sansovino,
    veduto che il Papa ebbe i disegni di tutti, lodò, come migliore, quello
    del Sansovino, per avere egli, oltre all'altre cose, fatto su' quattro canti
    di quella chiesa per ciascuno una tribuna, e nel mezzo una maggiore
    tribuna, simile a quella pianta che Sebastiano Serlio pose nel suo
20   secondo libro di Architettura. Laonde, concorrendo col volere del
    Papa tutti i capi della nazione fiorentina, con molto favore del Sanso-
    vino, si cominciò a fondare una parte di questa chiesa, lunga tutta 22
    canne; ma non vi essendo spazio e volendo pur fare la facciata di
    detta chiesa in sulla dirittura delle case di strada Iulia, erano necessi-
25   tati entrare nel fiume del Tevere almeno quindici canne. Il che pia-
    cendo a molti, per essere maggiore spesa e più superba il fare i fonda-
    menti nel fiume, si mise mano a farli e vi spesero più di quaranta
    mila scudi, che sarebbono bastanti a fare la metà della muraglia della
    chiesa. Intanto il Sansovino, che era capo di questa fabbrica, mentre
30   che di mano in mano si fondava, cascò, e fattosi male d'importanza,
    si fece dopo alcuni giorni portare a Fiorenza per curarsi, lasciando a
    quella cura, come s'è detto, per fondare il resto Antonio da San Gallo.
    Ma non andò molto che, avendo per la morte di Leone perduto la
    nazione uno apoggio sì grande et un principe tanto splendido, si
35   abandonò la fabrica per quanto durò la vita di papa Adriano VI. Poi,
    creato Clemente, per seguitare il medesimo ordine e disegno, fu ordi-
    nato che il Sansovino ritornasse e seguitasse quella fabrica nel mede-
    simo modo che l'aveva ordinata prima: e così fu rimesso mano a la-
    vorare. Et intanto egli prese a fare la sepoltura del cardinale d'Arago-
40   nia e quella del cardinale Aginense; e fatto già cominciare a lavorare i
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