Volume 6

Edizione Giuntina
    Gualfonda una casotta, volse che il Sansovino gli facesse di marmo
    un Bacco giovinetto, quanto il vivo; per che dal Sansovino fattone il
    modello, piacque tanto a Giovanni, che fattogli consegnare il marmo,
    Iacopo lo cominciò con tanta voglia, che lavorando volava con le ma-
5   ni e con l'ingegno. Studiò, dico, quest'opera di maniera, per farla
    perfetta, che si mise a ritrarre dal vivo, ancorché fusse di verno, un
    suo garzone, chiamato Pippo del Fabbro, facendo[lo] stare ignudo
    buona parte del giorno. Il quale Pippo sarebbe riuscito valente uomo,
    perché si sforzava con ogni fatica d'imitare il maestro: ma, o
10   fusse lo stare nudo e con la testa scoperta in quella stagione, o pure
    il troppo studiare e patir disagi, non fu finito il Bacco che egli impaz-
    zò in sulla maniera del fare l'attitudini; e lo mostrò, perché un giorno
    che pioveva dirottamente, chiamando il Sansovino Pippo, et egli non
    rispondendo, lo vidde poi salito sopra il tetto in cima d'un camino,
15   ignudo, che faceva l'attitudine del suo Bacco; altre volte pigliando
    lenzuola o altri panni grandi, e' quali bagnati se gli recava adosso
    all'ignudo, come fusse un modello di terra o cenci, et acconciava le
    pieghe, poi salendo in certi luoghi strani et arrecandosi in attitudini
    or d'una or d'altra maniera, di profeta, d'apostolo, di soldato o d'altro,
20   si faceva ritrarre, stando così lo spazio di due ore senza favellare e non
    altrimenti che se fusse stato una statua immobile. Molte altre simili
    piacevoli pazzie fece il povero Pippo, ma sopra tutto mai non si poté
    dimenticare il Bacco che avea fatto il Sansovino, se non quando in
    pochi anni si morì.
25   Ma tornando alla statua, condotta che fu a fine, fu tenuta la più bella
    opera che fusse mai fatta da maestro moderno, attesoché 'l Sansovino
    mostrò in essa una difficultà, non più usata, nel fare spiccato intorno
    intorno un braccio in aria che tiene una tazza del medesimo marmo,
    traforata tra le dita tanto sottilmente che se ne tien molto poco, oltre
30   che per ogni verso è tanto ben disposta et accordata quella attitudine, e
    tanto ben proporzionate e belle le gambe e le braccia attaccate a quel
    torso, che pare nel vederlo e toccarlo molto più simile alla carne: in-
    tantoché quel nome che gl'ha, da chi lo vede, se gli conviene, et ancor
    molto più. Quest'opera, dico, finita che fu, mentre che visse Giovanni,
35   fu visitata in quel cortile di Gualfonda da tutti i terrazzani e forestieri,
    e molto lodata. Ma poi, essendo Giovanni morto, Gherardo Bartolini
    suo fratello la donò al duca Cosimo, il quale come cosa rara la tiene
    nelle sue stanze con altre bellissime statue che ha di marmo. Fece al
    detto Giovanni un Crocifisso di legno, molto bello, che è in casa loro
40   con molte cose antiche e di man di Michelagnolo.
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