Volume 6

Edizione Giuntina
    medesima guardaroba, oltre a molte altre cose, è un ritratto d'Ani-
    balle cartaginese, intagliato nel cavo d'una corniuola antica; e così
    una testa di marmo, bellissima, di mano di Donato.
    Fece Tiziano l'anno 1541 ai frati di Santo Spirito di Vinezia la ta-
5   vola dell'altare maggiore, figurando in essa la venuta dello Spirito
    Santo sopra gl'Apostoli, con uno Dio finto di fuoco e lo Spirito in
    colomba. La qual tavola essendosi guasta indi a non molto tempo,
    dopo avere molto piatito con que' frati, l'ebbe a rifare, ed è quella che
    è al presente sopra l'altare. In Brescia fece nella chiesa di San Nazza-
10   ro la tavola dell'altare maggiore di cinque quadri; in quello del mezzo
    è Gesù Cristo che risuscita, con alcuni soldati attorno, e dagli lati
    San Nazzaro, San Bastiano, l'angelo Gabriello e la Vergine Annun-
    ziata. Nel Duomo di Verona fece, nella facciata da piè, in una tavola
    un'Assunta di Nostra Donna in cielo e gl'Apostoli in terra, che è te-
15   nuta in quella città delle cose moderne la migliore. L'anno 1541 fece
    il ritratto di don Diego di Mendozza, allora ambasciadore di Carlo
    Quinto a Vinezia, tutto intero e in piedi, che fu bellissima figura: e da
    questa cominciò Tiziano quello che è poi venuto in uso, cioè fare
    alcuni ritratti interi. Nel medesimo modo fece quello del cardinale
20   di Trento, allora giovane; et a Francesco Marcolini ritrasse messer
    Pietro Aretino; ma non fu già questi sì bello come uno, pure di mano
    di Tiziano, che esso Aretino di se stesso mandò a donare al duca Cosi-
    mo de' Medici, al quale mandò anco la testa del signor Giovanni de'
    Medici, padre di detto signor Duca: la qual testa fu ritratta da una
25   forma che fu improntata in sul viso di quel signore quando morì in
    Mantoa, che era appresso l'Aretino. I quali ambidue ritratti sono in
    guardaroba del detto signor Duca fra molte altre nobilissime pitture.
    L'anno medesimo, essendo stato il Vasari in Vinezia tredici mesi
    a fare, come s'è detto, un palco a messer Giovanni Cornaro et alcune
30   cose per la Compagnia della Calza, il Sansovino, che guidava la fa-
    brica di Santo Spirito, gli aveva fatto fare disegni per tre quadri
    grandi a olio che andavano nel palco, acciò gli conducesse di pittura;
    ma essendosi poi partito il Vasari, furono i detti tre quadri allogati a
    Tiziano, che gli condusse bellissimi, per avere atteso con molt'arte a
35   fare scortare le figure al disotto in su. In uno è Abraam che sacrifica
    Isaac, nell'altro Davit che spicca il collo a Golia, e nel terzo Abel uc-
    ciso da Cain suo fratello. Nel medesimo tempo ritrasse Tiziano se
    stesso per lasciare quella memoria di sé ai figliuoli. E venuto l'anno
    1546, chiamato dal cardinale Farnese, andò a Roma, dove trovò il
40   Vasari che, tornato da Napoli, faceva la sala della Cancelleria al detto
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