Volume 6

Edizione Giuntina
    a compiacenza del priore, il quale gli diede comodità di stan-
    ze; dove molte volte scorticando corpi morti per studiare le cose di
    notomia, cominciò a dare perfezzione al gran disegno che gl' ebbe poi.
    Avvenne che furono cacciati di Fiorenza i Medici, e già poche set-
5   timane innanzi Michelagnolo era andato a Bologna e poi a Venezia,
    temendo che non gli avvenisse, per essere familiare di Casa, qualche
    caso sinistro, vedendo l'insolenzie e mal modo di governo di Piero
    de' Medici; e non avendo avuto in Venezia trattenimento, se ne
    tornò a Bologna. Dove avvenutogli inconsideratamente disgrazia di
10   non pigliare un contrasegno allo entrare della porta per uscir fuori,
    come era allora ordinato per sospetto - ché messer Giovanni Benti-
    vogli voleva che i forestieri che non avevano il contrasegno fussino
    condennati in lire 50 di bolognini -, et incorrendo Michelagnolo in
    tal disordine, né avendo il modo di pagare, fu compassionevolmente
15   veduto a caso da messer Giovanfrancesco Aldovrandi, uno de' Sedici
    del governo, il quale, fattosi contare la cosa, lo liberò e lo trattenne
    appresso di sé più d'uno anno. Et un dì l'Aldovrando, condottolo a
    vedere l'Arca di San Domenico, fatta, come si disse, da Giovan Pi-
    sano e poi da maestro Niccolò da l'Arca, scultori vecchi, e mancan-
20   doci un Angelo che teneva un candelliere et un San Petronio, figure
    d'un braccio incirca, gli dimandò se gli bastasse l'animo di fargli:
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Edizione Torrentiniana
    palazzo degli Strozzi fece uno Ercole di marmo, che fu stimato cosa mi-
    rabile, il quale fu poi da Giovan Batista della Palla condotto in Francia.
    Dipinse nella maniera antica una tavola a tempera d'un San Francesco
25   con le stìmite, che è locato a man sinistra nella prima cappella di San
    Piero a Montorio in Roma.
    Venne volontà ad Agnolo Doni, cittadino fiorentino, amico suo, sì come
    quello che molto si dilettava aver cose belle, così d'antichi come di moder-
    ni artefici, d'avere alcuna cosa di mano di Michele Agnolo; per che gli
30   cominciò un tondo di pittura, ch'è dentrovi una Nostra Donna, la quale,
    inginocchiata con amendua le gambe, alza in su le braccia un putto e
    porgelo a Giuseppo, che lo riceve; dove Michele Agnolo fa conoscere, nel-
    lo svoltare della testa della madre di Cristo e nel tenere gli occhi fissi
    nella somma bellezza del figliuolo, la maravigliosa sua contentezza e lo
35   affetto del farne parte a quel santissimo vecchio, il quale con pari amore,
    tenerezza e reverenzia lo piglia, come benissimo si scorge nel volto
    suo senza molto considerarlo. Né bastando questo a Michele Agnolo, per
    mostrar maggiormente l'arte sua esser grandissima, fece nel campo di questa
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