Volume 5

Edizione Giuntina
    commodi di stanze, logge, giardini, fontane, boschi et altri che si
    possono più belli e migliori desiderare, e diede di tutto il carico a
    Giulio; il quale presolo volentieri e messovi mano, condusse quel
    palagio, che allora si chiamò la vigna de' Medici et oggi di Madama,
5   a quella perfezzione che di sotto si dirà. Accommodandosi dunque
    alla qualità del sito et alla voglia del cardinale, fece la facciata dinanzi
    di quello in forma di mezzo circolo a uso di teatro, con uno sparti-
    mento di nicchie e finestre d'opera ionica, tanto lodato che molti
    credono che ne facesse Raffaello il primo schizzo, e poi fusse l'opera
10   seguitata e condotta a perfezzione da Giulio; il quale vi fece molte
    pitture nelle camere et altrove, e particolarmente, passato il primo
    ricetto dell'entrata, in una loggia bellissima, ornata di nic-
    chie grandi e piccole intorno, nelle quali è gran quantità di statue
    antiche; e fra l'altre vi era un Giove, cosa rara, che fu poi dai Far-
15   nesi mandato al re Francesco di Francia, con molte altre statue
    bellissime; oltre alle quali nicchi[e], ha la detta loggia lavorata di
    stucchi, e di tutte dipinte le parieti e le volte con molte grottesche
    di mano di Giovanni da Udine. In testa di questa loggia fece Giulio
    in fresco un Polifemo grandissimo con infinito numero di fanciulli
20   e satirini che gli giuocano intorno: di che riportò Giulio molta lode,
    sì come fece ancora di tutte l'opere e disegni ch' e' [fe'] per quel
    luogo, il quale adornò di peschiere, pavimenti, fontane rustiche,
    boschi et altre cose simili, tutte bellissime e fatte con bell'ordine e
    giudizio. Ben è vero che sopravenendo la morte di Leone, non fu
25   per allora altrimenti seguitata quest'opera; perché creato nuovo pon-
    tefice Adriano, e tornatosene il cardinal de' Medici a Fiorenza, re-
    starono indietro, insieme con questa, tutte l'opere publiche comin-
    ciate dal suo antecessore.
    Giulio intanto e Giovanfrancesco diedero fine a molte cose di
30   Raffaello ch'erano rimase imperfette, e s'apparecchiavano a mettere
    in opera parte de' cartoni che egli avea fatto per le pitture della sala
    grande del palazzo, nella quale aveva Raffaello cominciato a dipignere
    quattro storie de' fatti di Gostantino imperatore, et aveva, quando
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Edizione Torrentiniana
    Avvenne che nella morte di Raffaello, Giovan Francesco Fiorentino
35   e Giulio Romano rimasero insieme eredi delle sue cose; per che diedero
    fine in compagnia a infinite opere, le quale Raffaello aveva lasciato loro
    insieme col credito, e particularmente la sala di palazzo, dove sono i fatti
    di Gostantino. Della quale opera tutta Giulio fece i cartoni; et una parete,
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