Volume 5

Edizione Giuntina
    ciascuno, dimostranti la grandezza e stato pacifico e queto di Vinezia.
    Et ancora che tutti e tre costoro si portassono bene, meglio di tutti
    si portò Paulo Veronese, onde meritò che da que' signori gli fusse poi
    allogato l'altro palco ch'è a canto a detta sala; dove fece a olio, insieme
5   con Battista Farinato, un S. Marco in aria sostenuto da certi Angeli,
    e da basso una Vinezia in mezzo alla Fede, Speranza e Carità: la quale
    opera, ancorché fusse bella, non fu in bontà pari alla prima. Fece poi
    Paulo solo nella Umiltà, in un ovato grande d'un palco, un'Assunzio-
    ne di Nostra Donna con altre figure, che fu una lieta, bella e ben in-
10   tesa pittura.
    È stato similmente a' dì nostri buon pittore in quella città Andrea
    Schiavone: dico buono, perché ha pur fatto talvolta per di-
    sgrazia alcuna buon'opera e perché ha imitato sempre, come ha sa-
    puto il meglio, le maniere de' buoni. Ma perché la maggior parte
15   delle sue cose sono stati quadri che sono per le case de' gentiluomini,
    dirò solo d'alcune che sono publiche. Nella chiesa di San Sebastiano
    in Vinezia, alla capella di quegli da Ca' Pellegrini, ha fatto un San
    Iacopo con due pellegrini. Nella chiesa del Carmine, nel cielo d'un
    coro, ha fatto un'Assunta con molti Angeli e Santi; e nella medesima
20   chiesa, alla capella della Presentazione, ha dipinto Cristo puttino,
    dalla Madre presentato al tempio, con molti ritratti di naturale; ma la
    migliore figura che vi sia è una donna che allatta un putto et ha addos-
    so un panno giallo, la quale è fatta, con una certa pratica che s'usa a
    Vinezia, di macchie overo bozze, senza esser finita punto. A costui
25   fece fare Giorgio Vasari l'anno mille cinquecento e quaranta, in una
    gran tela a olio, la battaglia che poco innanzi era stata fra Carlo Quin-
    to e Barbarossa; la quale opera, che fu delle migliori che Andrea
    Schiavone facesse mai e veramente bellissima, è oggi in Fiorenza in
    casa gl'eredi del magnifico messer Ottaviano de' Medici, al quale fu
30   mandata a donare dal Vasari.
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