Volume 5

Edizione Giuntina
    dell'organo di Santa Maria Zebenigo fece la Conversione di San
    Paulo, ma con non molto studio; nella Carità una tavola con Cristo
    deposto di croce; e nella sagrestia di San Sebastiano, a concorrenza
    di Paulo da Verona, che in quel luogo lavorò molte pitture nel palco
5   e nelle facciate, fece sopra gl'armarii Moisè nel deserto, et altre storie
    che furono poi seguitate da Natalino pittore viniziano e da altri. Fece
    poi il medesimo Tintoretto in San Iobbe, all'altare della Pietà, tre
    Marie, San Francesco, San Bastiano, San Giovanni et un pezzo di
    paese; e nei portegli dell'organo della chiesa de' Servi, Santo Agosti-
10   no e San Filippo, e di sotto Caino ch'uccide Abel suo fratello. In
    San Felice, all'altare del Sacramento, cioè nel cielo della tribuna, di-
    pinse i quattro Evangelisti; e nella lunetta sopra l'altare una Nunzia-
    ta, nell'altra Cristo che òra in sul monte Oliveto; e nella facciata l'ul-
    tima Cena che fece con gl'Apostoli. In San Francesco della Vigna è
15   di mano del medesimo, all'altare del Deposto di croce, la Nostra
    Donna svenuta con altre Marie et alcuni Profeti. E nella Scuola di
    San Marco da San Giovanni e Polo sono quattro storie grandi; in una
    delle quali è San Marco, che aparendo in aria, libera un suo divoto
    da molti tormenti che se gli veggiono apparecchiati con diversi ferri
20   da tormentare, i quali rompendosi, non gli poté mai adoperare il ma-
    nigoldo contra quel devoto; et in questa è gran copia di figure, di
    scorti, d'armadure, casamenti, ritratti et altre cose simili, che ren-
    dono molto ornata quell'opera. In un'altra è una tempesta di mare, e
    San Marco, similmente in aria, che libera un altro suo divoto; ma non
25   è già questa fatta con quella diligenza che la già detta. Nella terza è
    una pioggia et il corpo morto d'un altro divoto di San Marco, e l'ani-
    ma che se ne va in cielo; et in questa ancora è un componimento
    d'assai ragionevoli figure. Nella quarta, dove uno spiritato si scon-
    giura, ha finto in prospettiva una gran loggia, et in fine di quella un
30   fuoco che la illumina con molti rinverberi. Et oltre alle dette storie è
    all'altare un San Marco di mano del medesimo, che è ragionevole pit-
    tura.
    Queste opere adunque, e molte altre che si lasciano, bastando avere
    fatto menzione delle migliori, sono state fatte dal Tintoretto con tanta
35   prestezza, che quando altri non ha pensato a pena che egli abbia co-
    minciato, egli ha finito. Et è gran cosa che, con i più stravaganti tratti
    del mondo, ha sempre da lavorare; perciò che quando non bastano
    i mezzi e l'amicizie a fargli avere alcun lavoro, se dovesse farlo non
    che per piccolo prezzo, in dono e per forza, vuol farlo ad ogni
40   modo. E non ha molto che, avendo egli fatto nella Scuola di San Roc[c]o
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