Volume 5

Edizione Giuntina
    cosa qui se ne dicessi, e massimamente non essendo le dette statue in
    piedi, onde possano esser vedute e considerate. Ma tornando a Bat-
    tista, la migliore cosa che facesse in quelle nozze fu uno dei dieci so-
    pradetti quadri che erano nell'apparato del maggior cortile del palazzo
5   de' Medici, nel quale fece di chiaro scuro il duca Cosimo investito
    di tutte le ducali insegne. Ma con tutto che vi usasse diligenza, fu
    superato dal Bronzino, e da altri che avevano manco disegno di lui,
    nell'invenzione, nella fierezza e nel maneggiare il chiaro scuro, atteso
    (come s'è detto altra volta) che le pitture vogliono essere condotte
10   facili, e poste le cose a' luoghi loro con giudizio e senza uno certo
    stento e fatica che fa le cose parere dure e crude; oltra che il troppo
    ricercarle le fa molte volte venir tinte e le guasta, perciò che lo star
    loro tanto a torno toglie tutto quel buono che suole fare la facilità e
    la grazia e la fierezza: le quali cose, ancorché in gran parte vengano
15   e s'abbiano da natura, si possono anco in parte acquistare dallo studio
    e dall'arte.
    Essendo poi Battista condotto da Ridolfo Ghirlandaio alla Madon-
    na di Vertigli in Valdichiana, il qual luogo era già membro del mona-
    sterio degl'Angeli di Firenze dell'ordine di Camaldoli, et oggi è capo
20   da sé in cambio del monasterio di San Benedetto, che fu per l'assedio
    di Firenze rovinato, fuor della Porta a Pinti, vi fece le già dette storie
    del chiostro, mentre Ridolfo faceva la tavola e gl'ornamenti dell'altar
    maggiore. E quelle finite, come s'è detto nella Vita di Ridolfo, ador-
    narno d'altre pitture quel santo luogo, che è molto celebre e nomina-
25   to per i molti miracoli che vi fa la Vergine madre del Figliuol di Dio.
    Dopo, tornato Battista a Roma, quando apunto s'era scoperto il
    Giudizio di Michelagnolo, come quelli che era studioso della maniera
    e delle cose di quell'uomo, il vide volentieri e con infinita maraviglia
    il disegnò tutto; e poi risolutosi a stare in Roma, a Francesco cardi-
30   nale Cornaro, il quale aveva rifatto a canto a San Piero il palazzo
    che abitava, e risponde nel portico verso Camposanto, dipinse sopra
    gli stucchi una loggia che guarda verso la piazza, facendovi una sorte
    di grottesche tutte piene di storiette e di figure; la qual opera, che fu
    fatta con molta fatica e diligenza, fu tenuta molto bella. Quasi ne'
35   medesimi giorni, che fu l'anno 1538, avendo fatto Francesco Salviati
    una storia in fresco nella Compagnia della Misericordia, e dovendo
    dargli l'ultimo fine e mettere mano ad altre che molti particolari di-
    segnavano farvi, per la concorrenza che fu fra lui et Iacopo del Conte,
    non si fece altro; la qual cosa intendendo Battista, andò cercando con
40   questo mezzo occasione di mostrarsi da più di Francesco et il migliore
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