Volume 5

Edizione Giuntina
    storie e pitture, essendo le prime di Battista, e rispetto a quelle de-
    gl'altri, furono assai buone e molto lodate. E se Battista avesse prima
    cominciato a dipignere et andare praticando talvolta i colori e ma-
    neggiare i pennegli, non ha dubbio che averebbe passato molti; ma
5   lo stare ostinato in una certa openione che hanno molti, i quali si
    fanno a credere che il disegno basti a chi vuol dipignere, gli fece
    non piccolo danno. Ma con tutto ciò egli si portò molto meglio che
    non fecero alcuni di coloro che fecero le storie dell'arco di San Marco,
    nel quale furono otto storie, cioè quattro per banda, che le
10   migliori di tutte furono parte fatte da Francesco Salviati e parte da un
    Martino et altri giovani tedeschi, che pur allora erano venuti a Roma
    per imparare. Né lascerò di dire a questo proposito che il detto Mar-
    tino, il quale molto valse nelle cose di chiaro scuro, fece alcune bat-
    taglie con tanta fierezza e sì belle invenzioni in certi affronti e fatti
15   d'arme fra Cristiani e Turchi, che non si può far meglio. E quello
    che fu cosa maravigliosa, fece il detto Martino e ' suoi uomini quelle
    tele con tanta sollecitudine e prestezza, perché l'opera fusse finita a
    tempo, che non si partivano mai dal lavoro; e perché era portato loro
    continuamente da bere, e di buon greco, fra lo stare sempre ubriachi e
20   riscaldati dal furor del vino e la pratica del fare, feciono cose stu-
    pende. Quando dunque videro l'opera di costoro il Salviati e Battista
    et il Calavrese, confessarono esser necessario che, chi vuole esser
    pittore, cominci ad adoperare i pennegli a buon'ora: la qual cosa
    avendo poi meglio discorsa da sé, Battista cominciò a non mettere
25   tanto studio in finire i disegni, ma a colorire alcuna volta.
    Venendo poi il Montelupo a Fiorenza, dove si faceva similmente
    grandissimo apparato per ricevere il detto imperatore, Battista venne
    seco; et arrivati, trovarono il detto apparato condotto a buon termine:
    pure essendo Battista messo in opera, fece un basamento tutto pieno
30   di figure e trofei sotto la statua che al canto de' Carnesecchi avea fat-
    ta fra' Giovann'Agnolo Montorsoli. Per che conosciuto fra gl'arte-
    fici per giovane ingegnoso e valente, fu poi molto adoperato nella
    venuta di madama Margherita d'Austria, moglie del duca Alessandro,
    e particolarmente nell'apparato che fece Giorgio Vasari nel palazzo
35   di messer Ottaviano de' Medici, dove avea la detta signora ad abitare.
    Finite queste feste, si mise Battista a disegnare con grandissimo
    studio le statue di Michelagnolo che sono nella Sagrestia nuova di
    San Lorenzo, dove allora essendo volti a disegnare e fare di rilievo
    tutti i scultori e pittori di Firenze, fra essi acquistò assai Battista; ma
40   fu nondimeno conosciuto l'error suo di non aver mai voluto ritrarre
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