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VITA DI BASTIANO DETTO ARISTOTILE |
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DA SAN GALLO. |
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PITTORE E ARCHITETTO FIORENTINO |
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Quando Pietro Perugino, già vecchio, dipigneva la tavola dell'al- |
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tare maggiore de' Servi in Fiorenza, un nipote di Giuliano e d'Anto- |
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nio da San Gallo, chiamato Bastiano, fu acconcio seco a imparare |
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l'arte della pittura. Ma non fu il giovanetto stato molto col Perugino, |
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che veduta in casa Medici la maniera di Michelagnolo nel cartone |
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della sala di cui si è già tante volte favellato, ne restò sì amirato che |
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non volle più tornare a bottega con Piero, parendoli che la maniera di |
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colui a petto a quella del Buonarruoti fusse secca, minuta, e da non |
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dovere in niun modo essere imitata. E perché di coloro che andavano |
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a dipignere il detto cartone, che fu un tempo la scuola di chi volle |
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attendere alla pittura, il più valente di tutti era tenuto Ri- |
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dolfo Grillandai, Bastiano se lo elesse per amico, per imparare da lui |
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a colorire; e così divennero amicissimi. Ma non lasciando per ciò Ba- |
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stiano di attendere al detto cartone e fare di quelli ignudi, ritrasse in |
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un cartonetto tutta insieme l'invenzione di quel gruppo di figure, |
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la quale niuno di tanti che vi avevano lavorato aveva mai disegnato |
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interamente. E perché vi attese con quanto studio gli fu mai possibile, |
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ne seguì che poi ad ogni proposito seppe render conto delle forze, |
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attitudini e muscoli di quelle figure, e quali erano state le cagioni che |
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avevano mosso il Buonarruoto a fare alcune positure difficili. Nel che |
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fare parlando egli con gravità, adagio e sentenziosamente, gli fu da |
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una schiera di virtuosi artefici posto il sopranome d'Aristotile: il |
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quale gli stette anco tanto meglio, quanto pareva che, secondo un an- |
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tico ritratto di quel grandissimo filosofo e secretario della natura, |
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egli molto il somigliasse. Ma per tornare al cartonetto ritratto da |
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Aristotile, egli il tenne poi sempre così caro, che essendo andato male |
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l'originale del Buonarruoto, nol volle mai dare né per prezzo né per |
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altra cagione, né lasciarlo ritrarre, anzi nol mostrava se non come le |
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cose preziose si fanno ai più cari amici e per favore. Questo disegno |
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poi l'anno 1542 fu da Aristotile, a persuasione di Giorgio Vasari |
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suo amicissimo, ritratto in un quadro a olio di chiaro scuro, che fu |
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mandato per mezzo di monsignor Giovio al re Francesco di Francia, |
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che l'ebbe carissimo e ne diede premio onorato al San Gallo: e ciò |
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fece il Vasari perché si conservasse la memoria di quell'opera, atte- |
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soché le carte agevolmente vanno male. E perché si dilettò dunque |