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e particolarmente in rispondendo a chi picchiava la porta, tanto bene |
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che pareva Giovannantonio stesso, come benissimo sanno tutti i Sa- |
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nesi. Similmente gl'altri animali erano tanto domestichi, che sempre |
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stavano intorno aùllui per casa, facendo i più strani giuochi et i più |
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pazzi versi del mondo, di maniera che la casa di costui pareva pro- |
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prio l'arca di Noè. Questo vivere adunque, la strattezza della vita, |
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e l'opere e pitture, ch'e' pur faceva qualcosa di buono, gli facevano |
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avere tanto nome fra' Sanesi, cioè nella plebe e nel volgo |
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perché i gentiluomini lo conoscevano davantaggio -, che egli era te- |
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nuto appresso di molti grand'uomo. Per che, essendo fatto generale |
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de' monaci di Monte Oliveto fra' Domenico da Lecco, lombardo, e |
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andandolo il Soddoma a visitarlo a Monte Oliveto di Chiusuri, luo- |
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go principale di quella Relligione, lontano da Siena XV miglia, seppe |
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tanto dire e persuadere, che gli fu dato a finire le storie della vita di |
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San Benedetto, delle quali aveva fatto parte in una facciata Luca |
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Signorelli da Cortona; la quale opera egli finì per assai piccol prezzo, |
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e per le spese che ebbe egli et alcuni garzoni e pestacolori che gl'aiu- |
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tarono. Né si potrebbe dire lo spasso che mentre lavorò in quel |
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luogo ebbero di lui que' padri, che lo chiamavano il Mattaccio, né |
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le pazzie che vi fece. Ma tornando all'opera, avendovi fatte alcune |
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storie tirate via di pratica senza diligenza, e dolendosene il Generale, |
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disse il Mattaccio che lavorava a capricci e che il suo pennello bal- |
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lava secondo il suono de' danari e che, se voleva spender più, gli |
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bastava l'animo di far molto meglio; per che, avendogli promesso |
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quel Generale di meglio volerlo pagare per l'avenire, fece Giovannan- |
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tonio tre storie che restavano a farsi ne' cantoni, con tanto più studio |
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e diligenza che non avea fatto l'altre, che riuscirono molto migliori. |
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In una di queste è quando S. Benedetto si parte da Norcia e dal pa- |
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dre e dalla madre per andare a studiare a Roma; nella seconda, quan- |
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do San Mauro e S. Placido fanciulli gli sono dati e offerti a Dio dai |
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padri loro; e nella terza quando i Gotti ardono Monte Cas[s]ino. In |
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ultimo fece costui, per far dispetto al generale et ai monaci, quando |
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Fiorenzo, prete e nimico di San Benedetto, condusse intorno al mo- |
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nasterio di quel sant'uomo molte meretrici a ballare e cantare per |
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tentare la bontà di que' padri; nella quale storia il Soddoma, che era |
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così nel dipignere come nell'altre sue azzioni disonesto, fece un ballo |
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di femine ignude disonesto e brutto affatto; e perché non gli sarebbe |
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stato lasciato fare, mentre lo lavorò non volle mai che niuno de' mo- |
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naci vedesse. Scoperta dunque che fu questa storia, la voleva il Ge- |
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nerale gettar per ogni modo a terra e levarla via; ma il Mattaccio, |