Volume 5

Edizione Giuntina
    agl'altri luoghi, si adoperò con molto giudizio e fatica nella fortifi-
    cazione di Zara e nella maravigliosa fortezza di S. Niccolò in Sebe-
    nico, come s'è detto, posta in sulla bocca del porto; la qual fortezza,
    che da lui fu tirata su dai fondamenti, è tenuta, per fortezza privata,
5   una delle più forti e meglio intesa che si possa vedere. Riformò
    ancora con suo disegno e giudizio del zio la gran fortezza di Corfù,
    riputata la chiave d'Italia da quella parte. In questa, dico, rifece Gian-
    girolamo i due torrioni che guardano verso terra, facendogli molto
    maggiori e più forti che non erano prima, e con le canoniere e piazze
10   scoperte che fiancheggiano la fossa alla moderna, secondo l'inven-
    zione del zio. Fatte poi allargare le fosse molto più che non erano,
    fece abbassare un colle, che essendo vicino alla fortezza parea che la
    soprafacesse. Ma oltre a molte altre cose che vi fece con molta con-
    siderazione, questa piacque estremamente, che in un cantone della
15   fortezza fece un luogo assai grande e forte, nel quale in tempo d'as-
    sedio possono stare in sicuro i popoli di quell'isola, senza pericolo
    di essere presi da' nemici. Per le quali opere venne Giangirolamo in
    tanto credito appresso detti Signori, che gli ordinarono una provisio-
    ne equale a quella del zio, non lo giudicando inferiore a lui, anzi, in
20   questa pratica delle fortezze, superiore: il che era di somma conten-
    tezza a Michele, il quale vedeva la propria virtù avere tanto accresci-
    mento nel nipote, quanto a lui toglieva la vecchiezza di poter più
    oltre caminare.
    Ebbe Giangirolamo, oltre al gran giudizio di conoscere la qua-
25   lità de' siti, molta industria in sapergli rappresentare con disegni e
    modelli di rilievo; onde faceva vedere ai suoi signori insino alle me-
    nomissime cose delle sue fortificazioni in bellissimi modelli di le-
    gname che facea fare; la qual diligenza piaceva loro infinitamente, ve-
    dendo essi, sanza partirsi di Vinezia, giornalmente come le cose pas-
30   savano ne' più lontani luoghi di quello Stato; et a fine che meglio
    fussero veduti da ognuno, gli tenevano nel palazzo del principe in
    luogo dove que' signori potevano vedergli a lor posta. E perché così
    andasse Giangirolamo seguitando di fare, non pure gli rifacevano le
    spese fatte in condurre detti modelli, ma anco molte altre corte-
35   sie.
    Potette esso Giangirolamo andare a servire molti signori con gros-
    se provisioni, ma non volle mai partirsi dai suo' signori viniziani;
    anzi per consiglio del padre e del zio tolse moglie in Verona una no-
    bile giovanetta de' Fracastori, con animo di sempre starsi in quelle
40   parti. Ma non essendo anco con la sua amata sposa, chiamata madonna
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