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VITE DI GIROLAMO E DI BARTOLOMEO GENGA |
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E DI GIOVAMBATTISTA SAN MARINO. |
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GENERO DI GIROLAMO |
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Girolamo Genga, il quale fu da Urbino, essendo da suo padre di |
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dieci anni messo all'Arte della Lana, perché l'essercitava malissimo |
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volentieri, come gli era dato luogo e tempo, di nascoso con carboni e |
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con penne da scrivere andava disegnando. La qual cosa vedendo |
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alcuni amici di suo padre, l'essortarono a levarlo da quell'arte e met- |
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terlo alla pittura: onde lo mise in Urbino appresso di certi maestri |
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di poco nome; ma veduta la bella maniera che avea e ch'era per far |
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frutto, com'egli fu di XV anni, lo accomodò con maestro Luca Si- |
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gnorelli da Cortona, in quel tempo nella pittura maestro eccellente, |
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col quale stette molti anni, e lo seguitò nella Marca d'Ancona, in |
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Cortona et in molti altri luoghi, dove fece opere, e partico- |
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larmente ad Orvieto; nel Duomo della qual città fece, come s'è detto, |
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una cappella di Nostra Donna con infinito numero di figure, nella |
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quale continuamente lavorò detto Girolamo, e fu sempre de' mi- |
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gliori discepoli ch'egli avesse. Partitosi poi da lui, si mise con Pietro |
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Perugino, pittore molto stimato, col quale stette tre anni incirca, et |
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attese assai alla prospettiva, che da lui fu tanto ben capita e bene |
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intesa, che si può dire che ne divenisse eccellentissimo, sì come per |
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le sue opere di pittura e di architettura si vede: e fu nel medesimo |
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tempo che con il detto Pietro stava il divino Raffaello da Urbino, |
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che di lui era molto amico. Partitosi poi da Pietro, se n'andò da sé |
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a stare in Fiorenza, dove studiò tempo assai. Dopo andato a Siena, |
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vi stette appresso di Pandolfo Petrucci anni e mesi, in casa del quale |
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dipinse molte stanze, che per essere benissimo disegnate e vaga- |
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mente colorite meritorno essere viste e lodate da tutti i Senesi, e par- |
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ticolarmente dal detto Pandolfo, dal quale fu sempre benissimo ve- |
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duto et infinitamente accarezzato. |
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Morto poi Pandolfo, se ne tornò a Urbino, dove Guidobaldo duca |
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Secondo lo trattenne assai tempo, facendogli dipignere barde da ca- |
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vallo che si usavano in que' tempi, in compagnia di Timoteo da |
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Urbino, pittore di assai buon nome e di molta esperienzia, insieme |
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col quale fece una cappella di S. Martino nel vescovado per mes- |
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ser Giovampiero Arivabene mantovano, allora vescovo d'Urbino, |
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nella quale l'uno e l'altro di loro riuscì di bellissimo ingegno, sì |
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come l'opera istessa dimostra, nella qual è ritratto il detto vescovo |