Volume 5

Edizione Giuntina
    ribenedetto. La qual nuova avendo avuta il Vasari, che era in Arezzo
    a rivedere la patria e gl'amici, mandò sùbito uno a posta a Cristo-
    fano, che di ciò niente sapeva, a dargli sì fatta nuova: all'avuta della
    quale fu per allegrezza quasi per venir meno. Tutto lieto adunque,
5   confessando niuno avergli mai voluto meglio del Vasari, se n'andò
    la mattina vegnente da Città di Castello al Borgo, dove, presentate le
    lettere della sua liberazione al commessario, se n'andò a casa del pa-
    dre, dove la madre et il fratello, che molto innanzi si era ribandito,
    stupirono. Passati poi due giorni se n'andò ad Arezzo, dove fu rice-
10   vuto da Giorgio con più festa che se fusse stato suo fratello, come
    quelli che da lui si conoscea tanto amato, che era risoluto voler fare
    il rimanente della vita con esso lui. D'Arezzo poi venuti ambidue a
    Firenze, andò Cristofano a baciar le mani al Duca, il quale lo vide
    volentieri e restò maravigliato, perciò che, dove avea pensato veder
15   qualche gran bravo, vide un omicciatto il migliore del mondo. Si-
    milmente essendo molto stato carezzato da messer Sforza, che gli
    pose amor grandissimo, mise mano Cristofano alla detta facciata;
    nella quale, perché non si poteva ancor lavorare in palazzo, gl'aiutò
    Giorgio, pregato da lui, a fare per le facciate alcuni disegni delle sto-
20   rie, disegnando anco talvolta nell'opera sopra la calcina di quelle
    figure che vi sono. Ma se bene vi sono molte cose ritocche dal Vasari,
    tutta la facciata nondimeno e la maggior parte delle figure e tutti
    gl'ornamenti, festoni et ovati grandi, sono di mano di Cristofano, il
    quale nel vero, come si vede, valeva tanto nel maneggiar i colori in
25   fresco, che si può dire, e lo confessa il Vasari, che ne sapesse più di
    lui: e se si fusse Cristofano, quando era giovanetto, essercitato conti-
    novamente negli studii dell'arte (perciò che non disegnava mai, se
    non quando aveva a mettere in opera) et avesse seguitato animosa-
    mente le cose dell'arte, non arebbe avuto pari, veggendosi che la pra-
30   tica, il giudizio e la memoria gli facevano in modo condurre le cose
    senza altro studio, che egli superava molti che in vero ne sapevano
    più di lui. Né si può credere con quanta pratica e prestezza egli con-
    ducesse i suoi lavori: e quando si piantava a lavorare, e fusse di che
    tempo si volesse, sì gli dilettava, che non levava mai capo dal lavoro,
35   onde altri si poteva di lui promettere ogni gran cosa. Era oltre ciò
    tanto grazioso nel conversare e burlare mentre che lavorava, che il
    Vasari stava talvolta dalla mattina fino alla sera in sua compagnia lavo-
    rando, senza che gli venisse mai a fastidio. Condusse Cristofano que-
    sta facciata in pochi mesi, senzaché talvolta stette alcune settimane
40   senza lavorarvi, andando al Borgo a vedere e godere le cose sue. Né
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