Volume 5

Edizione Giuntina
    nell'età fanciullesca, si riparava alcuna volta nella bottega di Giro-
    lamo del Buda, pittore ordinario, su la piazza di San Pulinari, dove
    essendo un verno venuta gran copia di neve, e dipoi dalla gente
    ammontata su detta piazza, Girolamo rivolto a Baccio gli disse per
5   ischerzo: «Baccio, se questa neve fussi marmo, non se ne caverebbe
    egli un bel gigante come Marforio a giacere ?». «Caverebbesi, - ri-
    spose Baccio - et io voglio che noi facciamo come se fusse marmo».
    E posata prestamente la cappa, messe nella neve le mani, e da altri
    fanciulli aiutato, scemando la neve dove era troppa et altrove aggiu-
10   gnendo, fece una bozza d'un Marforio di braccia otto a giacere: di
    che il pittore et ognuno restorono maravigliati, non tanto di ciò
    che egli avesse fatto, quanto dell'animo che egli ebbe di mettersi a
    sì gran lavoro, così piccolo e fanciullo. Et in vero Baccio, avendo
    più amore alla scultura che alle cose dell'orefice, ne mostrò molti
15   segni; et andato a Pinzirimonte, villa comperata da suo padre, si
    faceva stare spesso innanzi i lavoratori ignudi e gli ritraeva con
    grande affetto, il medesimo facendo degli altri bestiami del podere.
    In questo tempo continovò molti giorni d'andare la mattina a Prato,
    vicino alla sua villa, dove stava tutto il giorno a disegnare nella cap-
20   pella della Pieve, opera di fra' Filippo Lippi; e non restò fino a tanto
    che e' l'ebbe disegnata tutta ne' panni, immitando quel maestro in
    ciò raro: e già maneggiava destramente lo stile e la penna e la matita
    rossa e nera, la quale è una pietra dolce che viene de' monti di Fran-
    cia, e segatele le punte conduce i disegni con molta finezza. Per
25   queste cose, vedendo Michelagnolo l'animo e la voglia del figliuolo,
    mutò ancora egli con lui pensiero, et insieme consigliato dagli amici,
    lo pose sotto la custodia di Giovanfrancesco Rustici, scultore de' mi-
    gliori della città, dove ancora di continovo praticava Lionardo
    da Vinci. Costui, veduti i disegni di Baccio e piaciutigli, lo confortò
30   a seguitare et a prendere a lavorare di rilievo, e gli lodò grandemente
    l'opere di Donato, dicendogli che egli facesse qualche cosa di mar-
    mo, come o teste o di basso rilievo. Inanimito Baccio da' conforti
    di Lionardo, si messe a contraffar di marmo una testa antica d'una
    femmina, la quale aveva formata in un modello da una che è in casa
35   Medici: e per la prima opera, la fece assai lodevolmente e fu tenuta
    cara da Andrea Carnesecchi, al quale il padre di Baccio la donò, et
    egli la pose in casa sua nella via Larga, sopra la porta nel mezzo
    del cortile che va nel giardino. Ma Baccio seguitando di fare altri
    modegli di figure tonde di terra, il padre volendo non mancare allo
40   studio onesto del figliuolo, fatti venire da Carrara alcuni pezzi di
- pagina 240 -
pagina precedentepagina successiva