Volume 5

Edizione Giuntina
    alla sua cappella in Santa Croce; e poco dopo, nel suo ritorno
    a Roma, perciò che il Vinci aveva scoperto l'animo suo a Luca Mar-
    tini, il Bandino lo menò seco, dove studiando tuttavia dimorò un
    anno, e fece alcune opere degne di memoria. La prima fu un Croci-
5   fisso di basso rilievo, che rende l'anima al Padre, ritratto da un di-
    segno fatto da Michelagnolo. Fece al cardinal Ridolfi un petto di
    bronzo per una testa antica, et una Venere di basso rilievo di marmo,
    che fu molto lodato. A Francesco Bandini racconciò un cavallo antico,
    al quale molti pezzi mancavano, e lo ridusse intero. Per mostrare an-
10   cora qualche segno di gratitudine, dove egli poteva, inverso Luca
    Martini, il quale gli scriveva ogni spaccio e lo raccomandava di con-
    tinovo al Bandino, parve al Vinci di far di cera tutto tondo, e di
    grandezza di due terzi, il Moisè di Michelagnolo, il quale è in San
    Piero in Vincola alla sepoltura di papa Giulio Secondo, che non si
15   può vedere opera più bella di quella; così fatto di cera il Moisè, lo
    mandò a donare a Luca Martini.
    In questo tempo che 'l Vinci stava a Roma e le dette cose faceva,
    Luca Martini fu fatto dal Duca di Firenze proveditore di Pisa, e nel
    suo ufficio non si scordò dell'amico suo; per che scrivendogli che
20   gli preparava la stanza e provvedeva un marmo di tre braccia, sì
    che egli se ne tornasse a suo piacere, perciò che nulla gli mancherebbe
    appresso di lui, il Vinci da queste cose invitato e dall'amore che a
    Luca portava, si risolvé a partirsi di Roma e per qualche tempo
    eleggere Pisa per sua stanza, dove stimava d'avere occasione d'eser-
25   citarsi e di fare sperienza della sua virtù. Venuto addunque in
    Pisa, trovò che 'l marmo era già nella stanza, acconcio secondo l'or-
    dine di Luca; e cominciando a volerne cavare una figura in piè,
    s'avvedde che 'l marmo aveva un pelo, il quale lo scemava un brac-
    cio. Per lo che risoluto a voltarlo a giacere, fece un Fiume giovane
30   che tiene un vaso che getta acqua; et è il vaso alzato da tre fanciulli,
    i quali aiutano a versare l'acqua il Fiume, e sotto i piedi a lui molta
    copia d'acqua discorre, nella quale si veggono pesci guizzare et uc-
    celli aquatici in varie parti volare. Finito questo Fiume, il Vinci ne
    fece dono a Luca, il quale lo presentò alla duchessa, et a lei fu molto
35   caro; per che, allora essendo in Pisa don Grazzìa di Tolledo suo
    fratello, venuto con le galee, ella lo donò al fratello, il quale con
    molto piacere lo ricevette per le fonti del suo giardino di Napoli a
    Chiaia.
    Scriveva in questo tempo Luca Martini sopra la Commedia di
40   Dante alcune cose, et avendo mostrata al Vinci la crudeltà descritta
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