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burlando, a fatica si fu a tempo a coprire di stagnuolo, sopra la terra |
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ancor fresca, il cavallo solo; nel cui basamento si leggevano queste |
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parole: IMPERATORI CAROLO AUGUSTO VICTORIOSISSIMO POST DEVICTOS |
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HOSTES, ITALIAE PACE RESTITUTA ET SALUTATO FERDIN. FRATRE, EX- |
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PULSIS ITERUM TURCIS AFRICAQUE PERDOMITA, ALEXANDER MED. DUX |
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FLORENTIAE DD. |
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Partita Sua Maestà di Firenze, si diede principio, aspettandosi la |
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figliuola, al preparamento delle nozze; e perché potesse alloggiare |
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ella e la veceregina di Napoli che era in sua compagnia, secondo l'or- |
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dine di Sua Eccellenza, in casa messer Ottaviano de' Medici |
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comodamente, fatta in quattro settimane con stupore d'ognuno una |
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giunta alle sue case vecchie, il Tribolo, Andrea di Cosimo pittore |
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et io in dieci dì, con l'aiuto di circa novanta scultori e pittori della cit- |
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tà fra garzoni e maestri, demmo compimento, quanto alla casa et or- |
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namenti di quella, all'aparecchio delle nozze, dipignendo le logge, |
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i cortili e gl'altri ricetti di quella, secondo che a tante nozze conveniva. |
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Nel quale ornamento fece il Tribolo, oltre all'altre cose, intorno alla |
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porta principale due Vittorie di mezzo rilievo, sostenute da due ter- |
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mini grandi, le quali reggevano un'arme dell'imperator[e], pendente |
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dal collo d'un'aquila tutta tonda molto bella. Fece ancora il me- |
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desimo certi putti, pur tutti tondi e grandi, che sopra i frontespizii |
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d'alcune porte mettevano in mezzo certe teste, che furono molto |
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lodati. |
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Intanto ebbe lettere il Tribolo da Bologna, mentre si facevano le |
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nozze, per le quali messer Pietro del Magno, suo grande amico, lo |
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pregava fusse contento andare a Bologna a far alla Madonna di Ga- |
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liera, dove era già fatto un ornamento bellissimo di marmo, una |
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storia di braccia tre e mezzo pur di marmo. Per che il Tribolo, non |
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si trovando aver allora altro che far[e], andò: e fatto il modello |
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d'una Madonna che saglie in cielo, e sotto i dodici Apostoli in varie |
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attitudini, che piacque, essendo bellissima, mise mano a lavorare; |
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ma con poca sua sodisfazione, perché essendo il marmo che lavorava |
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di quelli di Milano, saligno, smeriglioso e cattivo, gli pareva gettar |
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via il tempo, senza una dilettazione al mondo di quelle che si hanno |
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nel lavorare i quali si lavorano con piacere, et in ultimo condotti |
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mostrano una pelle che par propriamente di carne. Pur tanto fece |
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ch'ell'era già quasi che finita, quando io, avendo disposto il duca |
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Alessandro a far tornar Michelagnolo da Roma e gl'altri per finire |
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l'opera della sagrestia cominciata da Clemente, dissegnava dargli che |
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fare a Firenze: e mi sarebbe riuscito; ma in quel mentre sopravenendo |