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che la sua patria fusse Arezzo, e che per ciò volentieri arebbe |
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preso a far alcun'opera che l'avesse mantenuto un tempo nelle fa- |
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tiche dell'arte, nelle quali egli arebbe potuto mostrare in quella città |
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il valore della sua virtù. Messer Giuliano adunque, uomo ingegnoso e |
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che desiderava abellire la sua patria, e che in essa fussero persone |
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che attendessero alle virtù, operò di maniera con gl'uomini che allora |
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governavano la Compagnia della Nunziata, i quali avevano fatto di |
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quei giorni murare una volta grande nella lor chiesa con intenzione |
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di farla dipignere, che fu allogato a Niccolò un arco delle facce di |
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quella, con pensiero di fargli dipignere il rimanente, se quella prima |
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parte che aveva da fare allora piacesse agl'uomini di detta Com- |
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pagnia. Messosi dunque Niccolò intorno a quest'opera con molto |
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studio, in due anni fece la metà e non più di uno arco, nel quale |
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lavorò a fresco la Sibilla Tiburtina che mostra a Ottaviano impera- |
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dore la Vergine in cielo col figliuol Gesù Cristo in collo, et Ottaviano |
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che con reverenza l'adora; nella figura del quale Ottaviano ritrasse il |
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detto messer Giuliano Bacci, et in un giovane grande, che ha un panno |
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rosso, Domenico suo creato, et in altre teste altri amici suoi. Insomma |
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si portò in quest'opera di maniera, che ella non dispiacque agl'uo- |
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mini di quella Compagnia né agl'altri di quella città. Ben è vero che |
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dava fastidio a ognuno il vederlo esser così lungo e penar tanto a |
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condurre le sue cose; ma con tutto ciò gli sarebbe stato dato a finire |
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il rimanente, se non l'avesse impedito la venuta in Arezzo del Rosso |
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Fiorentino, pittor singolare, al quale, essendo messo inanzi da Gio- |
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van Antonio Lappoli, pittore aretino, e da messer Giovanni |
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Polastra, come si è detto in altro luogo, fu allogato con molto favore |
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il rimanente di quell'opera. Di che prese tanto sdegno Niccolò, che |
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se non avesse tolto l'anno inanzi donna et avutone un figliuolo, dove |
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era accasato in Arezzo, si sarebbe sùbito partito. Pur finalmente |
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quietatosi, lavorò una tavola per la chiesa di Sargiano, luogo vicino |
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ad Arezzo due miglia, dove stanno frati de' Zoccoli, nella quale fece |
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la Nostra Donna assunta in cielo con molti putti che la portano, a' |
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piedi San Tomaso che riceve la cintola, et a torno San Francesco, |
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S. Lodovico, S. Giovanni Battista e Santa Lisabetta regina d'Un- |
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gheria; in alcuna delle quali figure, e particularmente in certi putti, |
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si portò benissimo; e così anco nella predella fece alcune storie di |
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figure piccole, che sono ragionevoli. Fece ancora nel convento delle |
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monache delle Murate del medesimo ordine, in quella città, un Cristo |
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morto con le Marie, che per cosa a fresco è lavorata pulitamente. E |
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nella Badia di Santa Fiore de' monaci Neri fece dietro al Crucifisso, |