Volume 4

Edizione Giuntina
    rarissime, le quali erano con diverse fantasie dentro -, che
    furono cagione che per metter l'arte nella loro città e' conducessino
    di diversi paesi maestri, che oltra al rassettar loro queste pietre, gli
    condussono dell'altre cose rare in quel tempo.
5   Imparò da questi, per mezzo del magnifico Lorenzo, questa virtù
    dell'intaglio in cavo un giovane fiorentino chiamato Giovanni delle
    Corgnuole, il quale ebbe questo cognome perché le intagliò eccel-
    lentemente, come fa testimonio infinite che se ne veggono di suo,
    grandi e piccole: ma particolarmente una grande, dove egli fece den-
10   tro il ritratto di fra' Girolamo Savonarola, nel suo tempo adorato
    in Fiorenza per le sue predicazioni, ch'era rarissimo intaglio.
    Fu suo concorrente Domenico de' Cammei milanese che, allora
    vivendo il duca Lodovico il Moro, lo ritrasse in cavo in un balascio
    della grandezza più d'un giulio, che fu cosa rara e de' migliori inta-
15   gli che si fusse visto de' maestri moderni.
    Accrebbe poi in maggior eccellenza questa arte nel pontificato di
    papa Leone Decimo per la virtù et opere di Pier Maria da Pescia,
    che fu grandissimo imitatore delle cose antiche; e gli fu concorrente
    Michelino, che valse non meno di lui nelle cose piccole e grandi,
20   e fu tenuto un grazioso maestro. Costoro apersono la via a quest'arte
    tanto difficile, poiché intagliando in cavo, che è proprio un lavorare
    al buio, da che non serve altro che la cera per occhiali a vedere di
    mano in mano quel che si fa, ridussono finalmente che Giovanni
    da Castel Bolognese e Valerio Vicentino e Matteo dal Nasaro et
25   altri facessino tante bell'opere, che noi faremo memoria.
    E per dar principio, dico che Giovanni Bernardi da Castel Bolo-
    gnese, il quale nella sua giovanezza stando appresso il duca Alfonso
    di Ferrara, gli fece, in tre anni che vi stette onoratamente, molte
    cose minute, delle quali non accade far menzione: ma di cose mag-
30   giori la prima fu che egli fece, in un pezzo di cristallo incavato, tutto
    il fatto d'arme della Bastìa, che fu bellissimo; e poi, in un incavo
    d'acciaio, il ritratto di quel Duca per far medaglie, e nel riverso
    Gesù Cristo preso dalle turbe. Dopo andato a Roma, stimolato dal
    Giovio, per mezzo d'Ipolito cardinale de' Medici e di Giovanni Salviati
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Edizione Torrentiniana
35   età - carica et in tutto piena delle maraviglie del Cielo ne' miracoli
    che gli uomini fanno umanamente operando nel mondo - s'è veduto,
    e specialmente ne' cristalli di Giovanni da Castel Bolognese, fatti per
    Ipolito cardinale de' Medici, il Tizio, il Ganimede, e le altre paci, et
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