Volume 4

Edizione Giuntina
    il Granaccio alcune storie di figurette piccole a olio et alcune grandi,
    che allora sodisfecero molto alle monache et ai pittori ancora. Nel
    medesimo luogo dipinse da basso un'altra tavola, che per inaver-
    tenza di certi lumi lasciati all'altare abruciò una notte con alcuni
5   paramenti di molto valore: che certo fu gran danno, perciò che era
    quell'opera molto dagl'artefici lodata. Alle monache di S. Giorgio
    in sulla Costa fece nella tavola dell'altar maggiore la Nostra Donna,
    Santa Caterina, San Giovanni Gualberto, San Bernardo Uberti car-
    dinale e San Fedele. Lavorò similmente il Granacci molti quadri e
10   tondi sparsi per la città nelle case de' gentiluomini; e fece molti
    cartoni per far finestre di vetro, che furono poi messi in opera dai
    frati degl'Ingesuati di Fiorenza. Dilettossi molto di dipignere drap-
    pi, e solo et in compagnia, onde, oltre le cose dette di sopra, fece
    molti drappelloni. E perché faceva l'arte più per passar tempo che
15   per bisogno, lavorava agiatamente, e voleva tutte le sue commodità,
    fuggendo a suo potere i disagi più che altr'uomo; ma nondimeno
    conservò sempre il suo, senza esser cupido di quel d'altri. E perché
    si diede pochi pensieri, fu piacevole uomo et attese a godere alle-
    gramente. Visse anni sessantasette, alla fine de' quali, di malatia
20   ordinaria e di febre finì il corso della sua vita; e nella chiesa di Santo
    Ambruogio di Firenze ebbe sepoltura nel giorno di Santo Andrea
    Apostolo, nel MDXLIIII.
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Edizione Torrentiniana
    e quivi poi il Granaccio dipinse storiette e figure a olio, le quali molto a
    quelle monache satisfercero et a' pittori ancora. Oltre a ciò fece loro
25   ad uno altro altare da basso una tavola, con Cristo e la Nostra Donna
    et un Dio Padre, la quale per un caso di fuoco abbruciò insieme
    co' paramenti di molto valore: e certamente ne fu gran danno, per esser
    cosa molto lodata da' nostri artefici. Alle monache di San Giorgio fece
    la tavola dello altar maggiore; e per le case de' cittadini una infinità
30   di opere che non accade che io le racconti. Lavorò più tosto per gentilezza
    che per bisogno, essendo persona che si contentava conservare il suo senza
    esser cupido di quello d'altrui. E perché e' si dette pochi pensieri, visse
    fino in LXVII anni, et in quegli con una malattia ordinaria di febbre
    finì il corso della sua vita; e nella chiesa di Santo Ambruogio di Firenze
35   fu sepellito il giorno di Santo Andrea Apostolo del MDXLIIII. Et ha
    avuto questo epitaffio:
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