Volume 4

Edizione Giuntina
    di San Nazario fece in Verona alcun'altri minii bellissimi. Ma quella
    che avanzò tutte l'altre opere di costui, che furono divine, fu una
    carta dove è fatto di minio il Paradiso terrestre con Adamo et Eva
    cacciati dall'Angelo, che è loro dietro con la spada in mano; né si
5   potria dire quanto sia grande e bella la varietà degl'alberi che sono
    in quest'opera, i frutti, i fiori, gl'animali, gl'uccelli e l'altre cose tutte.
    La quale stupenda opera fece fare don Giorgio Cacciamale berga-
    masco, allora priore in San Giorgio di Verona, il quale, oltre a
    molte altre cortesie che usò a Girolamo, gli donò sessanta scudi
10   d'oro. Quest'opera dal detto padre fu poi donata in Roma a un car-
    dinale, allora protettore di quella Relligione, il quale mostrandola in
    Roma a molti signori, fu tenuta la migliore opera di minio che mai
    fusse insin allora stata veduta.
    Facea Girolamo i fiori con tanta diligenza, e così vari, belli e
15   naturali, che parevano ai riguardanti veri; e contrafaceva camei pic-
    coli et altre pietre e gioie, intagliate di maniera che non si poteva
    veder cosa più simile né più minuta; e fra le figurine sue se ne veg-
    giono alcune, come in camei et altre pietre finte, che non sono più
    grandi che una piccola formica, e si vede nondimeno in loro tutte
20   le membra e tutti i muscoli tanto bene che apena si può credere da
    chi non gli vede.
    Diceva Girolamo nell'ultima sua vecchiezza che allora sapea più
    che mai avesse saputo in quest'arte, e dove aveano ad andare tutte
    le bòtte, ma che poi nel maneggiar il pennello gl'andavano a contra-
25   rio, perché non lo serviva più né l'occhio né la mano. Morì Girolamo
    l'anno 1555 a due dì di luglio, d'età d'anni ottantatré, e fu sepolto
    in San Nazario nelle sepolture della Compagnia di San Biagio. Fu
    costui persona molto da bene, né mai ebbe lite né travaglio con per-
    sona alcuna, e fu di vita molto innocente.
30   Ebbe fra gl'altri un figliuolo chiamato Francesco, il quale imparò
    l'arte da lui e fece, essendo anco giovinetto, miracoli nel miniare,
    intantoché Girolamo affermava di quell'età non aver saputo tanto
    quanto il figliuolo sapeva. Ma gli fu costui sviato da un fratello
    della madre, il quale essendo assai ricco e non avendo figliuoli, se
35   lo tirò appresso, facendolo attendere in Vicenza alla cura d'una for-
    nace di vetri che facea fare. Nel che avendo speso Francesco i mi-
    gliori anni, morta la moglie del zio, cascò da ogni speranza e si trovò
    aver perso il tempo, perché presa colui un'altra moglie, n'eb-
    be figliuoli, e così non fu altrimenti Francesco, sì come s'avea pensa-
40   to, erede del zio. Per che rimessosi all'arte dopo sei anni, et imparato
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