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quale era amicissimo. Al conte Giovan Francesco Giusti dipinse, se- |
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condo la invenzione di quel signore, un giovane tutto nudo, eccetto |
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le parti vergognose; il quale stando in fra due, et in atto di levarsi |
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o non levarsi, aveva da un lato una giovane bellissima finta per Mi- |
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nerva, che con una mano gli mostrava la Fama in alto e con l'altra |
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lo eccitava a seguitarla: ma l'Ozio e la Pigrizia, che erano dietro al |
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giovane, si affaticavano per ritenerlo; abasso era una figura con |
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viso mastinotto e più di servo e d'uomo plebeo che di nobile, la |
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quale aveva alle gomita attaccate due lumache grosse e si stava a |
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sedere sopra un granchio, et appresso aveva un'altra figura con le |
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mani piene di papaveri. Questa invenzione, nella quale sono altre |
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belle fantasie e particolari, e la quale fu condotta da Giovan France- |
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sco con estremo amore e diligenza, serve per testiera d'una lettiera |
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di quel signore in un suo amenissimo luogo detto Santa Maria Stella, |
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presso a Verona. Dipinse il medesimo al conte Raimondo della Torre |
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tutto un camerino di diverse storie in figure piccole. E perché si di- |
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lettò di far di rilievo, e non solamente modegli per quelle cose che |
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gli bisognavano e per acconciar panni addosso, ma altre cose ancora |
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per suo capriccio, se ne veggiono alcune in casa degl'eredi suoi, e |
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particolarmente una storia di mezzo rilievo che non è se non ragio- |
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nevole. Lavorò di ritratti in medaglie, e se ne veggiono ancora al- |
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cuni come quello di Guglielmo marchese di Monferrato, il quale ha |
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per rovescio un Ercole che amazza [. . .], con un motto che dice: |
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MONSTRA DOMAT. Ritrasse di pittura il conte Raimondo della Torre, |
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messer Giulio suo fratello e messer Girolamo Fracastoro. Ma fatto |
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Giovan Francesco vecchio, cominciò a ire perdendo nelle cose dell'ar- |
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te, come si può vedere in Santa Maria della Scala ne' portegli degl'or- |
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gani, e nella tavola della famiglia de' Movi, dove è un Deposto di |
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croce, et in Santa Nastasia nella capella di San Martino. |
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Ebbe sempre Giovan Francesco grande opinione di sé, onde non |
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arebbe messo in opera per cosa del mondo cosa ritratta da altri; |
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per che volendogli il vescovo Giovan Matteo Giberti far di- |
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pignere in Duomo nella capella grande alcune storie della Madonna, |
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ne fece fare in Roma a Giulio Romano suo amicissimo i disegni, |
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essendo datario di papa Clemente Settimo: ma Giovan Francesco, |
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tornato il vescovo a Verona, non volle mai mettere que' disegni in |
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opera; là dove il vescovo sdegnato, gli fece fare a Francesco detto il |
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Moro. Costui era d'openione, né in ciò si discostava dal vero, che |
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il vernicare le tavole le guastasse e le facesse più tosto che non fa- |
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rieno divenir vecchie; e perciò adoperava lavorando la vernice negli |