Volume 4

Edizione Giuntina
    volti e fattezze delle donne, per averne veduto a suo piacimento,
    sono assai migliori che le teste degli uomini non sono, e più simili al
    vero. Ha ritratto in alcuna delle sue opere, in volti di donne, madonna
    Gostanza de' Doni, stata ne' tempi nostri essempio d'incredibile
5   bellezza et onestà, tanto bene, che da donna in ciò, per le dette ca-
    gioni non molto pratica, non si può più oltre desiderare.
    Similmente ha con molta sua lode atteso al disegno et alla pittura,
    et attende ancora, avendo imparato da Alessandro Allori allievo del
    Bronzino, madonna Lucrezia figliuola di messer Alfonso Quistelli
10   dalla Mirandola, e donna oggi del conte Clemente Pietra, come si
    può vedere in molti quadri e ritratti che ha lavorati di sua mano,
    degni d'esser lodati da ognuno. Ma Soffonisba cremonese, figliuola
    di messer Amilcaro Angusciuola, ha con più studio e con miglior
    grazia che altra donna de' tempi nostri faticato dietro alle cose del
15   disegno, perciò che ha saputo non pure disegnare, colorire e ritrarre
    di naturale e copiare eccellentemente cose d'altri, ma da sé sola ha
    fatto cose rarissime e bellissime di pittura; onde ha meritato che
    Filippo re di Spagna, avendo inteso dal signor duca d'Alba le virtù
    e' meriti suoi, abbia mandato per lei e fattala condurre onoratissima-
20   mente in Ispagna, dove la tiene appresso la reina con grossa provi-
    sione e con stupor di tutta quella corte, che ammira come cosa ma-
    ravigliosa l'eccellenza di Soffonisba. E non è molto che messer Tom-
    maso Cavalieri, gentiluomo romano, mandò al signor duca Cosimo
    (oltre una carta di mano del divino Michelagnolo, dove è una Cleo-
25   patra) un'altra carta di mano di Sofonisba, nella quale è una fan-
    ciullina che si ride di un putto che piagne, perché avendogli ella
    messo inanzi un canestrino pieno di gambari, uno d'essi gli morde
    un dito: del quale disegno non si può veder cosa più graziosa né più
    simile al vero; onde io in memoria della virtù di Sofonisba, poi
30   che vivendo ella in Ispagna non ha l'Italia copia delle sue opere, l'ho
    messo nel nostro libro de' disegni. Possiamo dunque dire col divino
    Ariosto e con verità che
    Le donne son venute in eccellenza
    Di ciascun'arte ov'hanno posto cura.
35   E questo sia il fine della Vita di Properzia, scultrice bolognese.
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