Volume 4

Edizione Giuntina
    di cosa in cosa migliorando di sorte, che quanto più fusse vivuto,
    sempre averebbe accresciuto miglioramento all'arte, perciò che me-
    glio si va acquistando a poco a poco, andandosi col piede più sicuro
    e fermo nelle difficultà dell'arte, che non si fa in volere sforzare la
5   natura e l'ingegno a un tratto. Né è dubbio che se Andrea si fusse
    fermo a Roma, quando egli vi andò per vedere l'opere di Raffaello
    e di Michelagnolo, e parimente le statue e le rovine di quella città,
    che egli averebbe molto arric[c]hita la maniera ne' componimenti
    delle storie et averebbe dato un giorno più finezza e maggior forza
10   alle sue figure: il che non è venuto fatto interamente se non a chi è
    stato qualche tempo in Roma a praticarle e considerarle minutamen-
    te. Avendo egli dunque dalla natura una dolce e graziosa maniera
    nel disegno et un colorito facile e vivace molto, così nel lavorare
    in fresco come a olio, si crede senza dubbio, se si fusse
15   fermo in Roma, che egli averebbe avanzati tutti gl'artefici del tempo
    suo. Ma credono alcuni che da ciò lo ritraesse l'abondanza dell'opere
    che vidde in quella città di scultura e pittura, e così antiche come
    moderne, et il vedere molti giovani discepoli di Raffaello e d'altri
    essere fieri nel disegno e lavorare sicuri e senza stento, i quali, come
20   timido che egli era, non gli diede il cuore di passare: e così facendosi
    paura da sé, si risolvé per lo meglio tornarsene a Firenze, dove consi-
    derando a poco a poco quello che avea veduto, fece tanto profitto
    che l'opere sue sono state tenute in pregio et amirate, e, che è più,
    imitate più dopo la morte che mentre visse; e chi n'ha le tien care,
25   e chi l'ha volute vendere n'ha cavato tre volte più che non furono
    pagate a lui, attesoché delle sue cose ebbe sempre poco prezzo, sì
    perché era, come si è detto, timido di natura, e sì perché certi maestri
    di legname, che allora lavoravano le migliori cose in casa de' citta-
    dini, non gli facevano mai allogare alcun'opera per servire gl'amici
30   loro se non quando sapevano che Andrea avesse gran bisogno,
    nel qual tempo si contentava d'ogni pregio. Ma questo non toglie che
    l'opere sue non siano rarissime e che non ne sia tenuto grandissimo
    conto, e meritamente, per essere egli stato de' maggiori e migliori
    maestri che siano stati insin qui. Sono nel nostro libro molti disegni
35   di sua mano, e tutti buoni, ma particolarmente è bello affatto quello
    della storia che fece al Poggio, quando a Cesare è presentato il tri-
    buto di tutti gl'animali orientali: il quale disegno, che è fatto di
    chiaro scuro, è cosa rara et il più finito che Andrea facesse mai;
    avengaché quando egli disegnava le cose di naturale per metterle in
40   opera, faceva certi schizzi così abbozzati, bastandogli vedere quello
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