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ANDREA DEL SARTO. |
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PITTOR FIORENTINO. |
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Egli è pur da dolersi de la fortuna quando nasce un buono ingegno, |
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e che e' sia di giudizio perfetto nella pittura e si facci conoscere in quella |
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eccellente con opere degne di lode, vedendolo poi per il contrario abbas- |
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sarsi ne' modi della vita e non potere temperare con mez[z]o nessuno il |
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male uso de' suoi costumi. Certamente che coloro che lo amano si muovo- |
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no a una compassione, che si affliggono e dolgono vedendolo perseverare |
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in quella, e molto più quando si conosce che e' non teme e non li giova le |
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punte degli sproni, che recano chi è elevato d'ingegno a stimare l'onore |
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da la vergogna; attesoché chi non istima la virtù con la nobiltà de' |
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costumi, e con lo splendore di una vita onesta et onorata non la riveste, |
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nascendo bassamente, aombra d'una macchia l'eccellenzia delle sue fa- |
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tiche, che si discerne malamente da li altri. Per il che coloro i quali |
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seguitano la virtù doverriano stimare il grado in che si trovano, odiare |
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le vergogne e farsi onorare il più che possono del continuo: ché così come |
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per l'eccellenzia delle opere che si fanno si resiste a ogni fatica perché |
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non vi si vegga difetto, il simile arebbe a intervenire ne l'ordine della |
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vita, lasciando non men buona fama di quella che si facci d'ogni altra |
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virtù. Perché non è dubio che coloro che trascurano sé e le cose loro, |
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dànno occasione di troncare le vie alla fama e buona fortuna, precipi- |
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tandosi per satisfare a un desiderio d'un suo appetito che presto |
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rincresce; onde ne seguita che si scaccia il prossimo suo da sé, e che |
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col tempo si viene in fastidio al mondo, di maniera che in cambio della |