Volume 4

Edizione Giuntina
    et appresso uno squadrone di soldati che dànno l'assalto a una rocca
    dove si veggiono i soldati con bellissima e pronta bravura, coperti
    colle targhe, appoggiare le scale alla muraglia, e quelli di dentro
    ributtargli con fierezza terribile. Fece anco in questa storia molti
5   instrumenti da guerra antichi, e similmente diverse sorti d'armi
    et in una sala molte altre storie, tenute quasi delle migliori
    cose ch'e' facesse: bene è vero che fu aiutato in questa opera da Cesare
    da Milano.
    Ritornato Baldassarre dopo questi lavori in Roma, fece amicizia
10   strettissima con Agostino Ghigi sanese, sì perché Agostino natural-
    mente amava tutti i virtuosi, e sì perché Baldassarre si faceva sanese
    onde poté con l'aiuto di tanto uomo trattenersi a studiare le cose di
    Roma, massimamente d'architettura, nelle quali, per la concorrenza
    di Bramante, fece in poco tempo maraviglioso frutto: il che gli fu
15   poi, come si dirà, di onore e d'utile grandissimo. Attese anco alla
    prospettiva, e si fece in quella scienzia tale, che in essa pochi pari a
    lui abbiam veduti a' tempi nostri operare: il che si vede manifesta-
    mente in tutte l'opere sue. Avendo intanto papa Giulio Secondo fat-
    to un corridore in palazzo, e vicino al tetto un'uc[c]elliera, vi dipinse
20   Baldassarri tutti i Mesi di chiaro scuro, e gl'essercizii che si fanno
    per ciascun d'essi in tutto l'anno; nella quale opera si veggiono infi-
    niti casamenti, teatri, anfiteatri, palazzi et altre fabbriche, con bella
    invenzione in quel luogo accomodate. Lavorò poi nel palazzo di San
    Giorgio per il cardinale Raffaello Riario, vescovo d'Ostia, in compagnia
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Edizione Torrentiniana
25   Andò nella sua giovanezza a Roma, e con Agostin Chigi sanese prese
    familiarità grandissima; e perché egli era molto inclinato alla architet-
    tura, si dilettò misurare le antichità di Roma e cercare d'intenderle. Et
    attese alla prospettiva mirabilmente, et in quella divenne tale, che pochi
    pari a lui per nessun secolo abbiamo veduto operare: come ne fanno fede
30   tutte l'opere sue, delle quali nessuna mai fece che di tali cose non cer-
    casse mettere in essa. Fu fatta nella sua giovanezza per papa Giulio
    in un corridore in palazzo, vicino al tetto, una uccelliera, dove egli
    dipinse tutti i Mesi di chiaro oscuro, et in questi tutti gli esercizî che
    si fanno mese per mese per tutto l'anno; nella quale opera si veggono
35   infiniti casamenti, teatri, anfiteatri, palazzi et altre fabbriche, con bella
    invenzione da lui accomodate in quel luogo. Lavorò nel palazzo di San
    Giorgio per il cardinale Rafaello Riario, vescovo d'Ostia, in compagnia
    d'altri pittori alcune stanze; e fece una facciata dirimpetto a messer
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