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VITA DI ANDREA DA FIESOLE. |
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SCULTORE. E D'ALTRI FIESOLANI. |
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Perché non meno si richiede agli scultori avere pratica de' ferri |
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che a chi esercita la pittura quella de' colori, di qui avviene che molti |
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fanno di terra benissimo, che poi di marmo non conducono l'opere |
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a veruna perfezzione; et alcuni per lo contrario lavorano bene il |
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marmo, senza avere altro disegno che un non so che che hanno |
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nell'idea di buona maniera, la imitazione della quale si trae da certe |
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cose che al giudizio piacciano, e che poi, tolte all'imaginazione, si |
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mettono in opera. Onde è quasi una maraviglia vedere alcuni scul- |
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tori che senza saper punto disegnare in carta, conducono nondimeno |
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coi ferri l'opere loro a buono e lodato fine; come si vide in Andrea |
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di Piero di Marco Ferrucci, scultore da Fiesole, il quale |
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nella sua prima fanciullezza imparò i principii della scultura da |
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Francesco di Simeone Ferucci, scultore da Fiesole. E se bene da |
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principio imparò solamente a intagliare fogliami, acquistò nondimeno |
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a poco a poco tanta pratica nel fare che non passò molto che si diede |
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a far figure; di maniera che, avendo la mano resoluta e veloce, con- |
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dusse le sue cose di marmo più con un certo giudizio e pratica natu- |
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rale che per disegno che egli avesse. Ma nondimeno attese un poco |
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più all'arte quando poi seguitò nel colmo della sua gioventù Michele |