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LIONARDO DA VINCI. |
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PITTORE E SCULTORE FIORENTINO. |
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Grandissimi doni si veggono piovere dagli influssi celesti ne' corpi umani, |
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molte volte naturalmente, e sopranaturali talvolta; strabocchevolmente |
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accozzarsi in un corpo solo bellezza, grazia e virtù, in una maniera che |
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dovunque si volge quel tale, ciascuna sua azzione è tanto divina, che |
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lasciandosi dietro tutti gli altri uomini, manifestamente si fa conoscere |
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per cosa, come ella è, largita da Dio e non acquistata per arte umana. |
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Questo lo videro gli uomini in Lionardo da Vinci, nel quale oltra la bel- |
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lezza del corpo, non lodata mai abastanza, era la grazia più che infinita |
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in qualunque sua azzione; e tanta e sì fatta poi la virtù, che dovunque |
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lo animo volse nelle cose difficili, con facilità le rendeva assolute. La |
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forza in lui fu molta, e congiunta con la destrezza, l'animo e 'l valore |
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sempre regio e magnanimo; e la fama del suo nome tanto s'allargò, che |
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non solo nel suo tempo fu tenuto in pregio, ma pervenne ancora molto |
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più ne' posteri dopo la morte sua. E veramente il Cielo ci manda talora |
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alcuni che non rappresentano la umanità sola, ma la divinità istessa, |