Volume 4

Edizione Giuntina
    promesse a Torrigiano, che egli si pensò d'esserne ricco per sempre.
    La quale opera finita, gli donò quel Duca tanti di quelle monete che
    chiamano maravedìs, che vagliono poco o nulla, che il Torrigiano,
    al quale ne andarono due persone a casa cariche, si confermò mag-
5   giormente nella sua openione d'avere a esser ric[c]hissimo; ma avendo
    poi fatta contare e vedere a un suo amico fiorentino quella moneta e
    ridurla al modo italiano, vide che tanta somma non arrivava pure a
    trenta ducati; per che tenendosi beffato, con grandissima collera an-
    dò dove era la figura che aveva fatto per quel Duca, e tutta guastolla.
10   Laonde quello spagnuolo, tenendosi vituperato, accusò il Torri-
    giano per eretico; onde essendo messo in prigione et ogni dì esami-
    nato e mandato da uno inquisitore all'altro, fu giudicato finalmente
    degno di gravissima punizione: la quale non fu messa altrimenti in
    esecuzione, perché esso Torrigiano per ciò venne in tanta maninco-
15   nia, che stato molti giorni senza mangiare, e perciò debilissimo dive-
    nuto, a poco a poco finì la vita. E così col tòrsi il cibo si liberò dalla
    vergogna in che sarebbe forse caduto, essendo, come si credette,
    stato condennato a morte. Furono l'opere di costui circa gl'anni di
    nostra salute 1515, e morì l'anno 1522.
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Edizione Torrentiniana
20   Laonde finita, gli donò tanti di que' suoi maravedìs, moneta che
    val poco o nulla, ch'egli due persone cariche a casa se ne condusse: per
    che si pensò d'essere ricchissimo diventato; ma poi fatto contare a certo
    suo amico fiorentino tal moneta e ridurre al modo italiano, vide che tanta
    somma non arrivava pure a trenta ducati; per ch'egli tenendosi beffato,
25   con grandissima collera andò dove era la figura sua, e guastolla. Laonde
    quello spagnuolo, stimandosi vituperato, accusò il Torrigiano per eretico,
    il quale fu messo in prigione, et ogni dì esaminato et a diversi inquisi-
    tori di eresia mandato; per che eglino giudicorono che meritasse essere
    per tale eccesso gravemente punito. La qual cosa fu cagione che il Tor-
30   rigiano in tanta maninconia si trovò, che egli stette alquanti giorni senza
    voler mangiare: per che divenuto debilissimo, aùppoco aùppoco finì la sua
    vita. Et acquistòne questo epitaffio:
    VIRGINIS INTACTAE HIC STATUAM QUAM FECERAT IRA
    QUOD FREGIT VICTUS CARCERE CLAUSUS OBIT.
35   Così col tòrsi il cibo si liberò da la vergogna, parendogli per ciò meri-
    tare d'essere condannato a morte. Furono fatte le figure sue circa gli
    anni MDXVIII, e morì nel MDXXII.
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