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promesse a Torrigiano, che egli si pensò d'esserne ricco per sempre. |
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La quale opera finita, gli donò quel Duca tanti di quelle monete che |
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chiamano maravedìs, che vagliono poco o nulla, che il Torrigiano, |
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al quale ne andarono due persone a casa cariche, si confermò mag- |
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giormente nella sua openione d'avere a esser ric[c]hissimo; ma avendo |
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poi fatta contare e vedere a un suo amico fiorentino quella moneta e |
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ridurla al modo italiano, vide che tanta somma non arrivava pure a |
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trenta ducati; per che tenendosi beffato, con grandissima collera an- |
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dò dove era la figura che aveva fatto per quel Duca, e tutta guastolla. |
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Laonde quello spagnuolo, tenendosi vituperato, accusò il Torri- |
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giano per eretico; onde essendo messo in prigione et ogni dì esami- |
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nato e mandato da uno inquisitore all'altro, fu giudicato finalmente |
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degno di gravissima punizione: la quale non fu messa altrimenti in |
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esecuzione, perché esso Torrigiano per ciò venne in tanta maninco- |
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nia, che stato molti giorni senza mangiare, e perciò debilissimo dive- |
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nuto, a poco a poco finì la vita. E così col tòrsi il cibo si liberò dalla |
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vergogna in che sarebbe forse caduto, essendo, come si credette, |
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stato condennato a morte. Furono l'opere di costui circa gl'anni di |
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nostra salute 1515, e morì l'anno 1522. |