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Ebbe Mariotto molti discepoli, quali fu Giuliano Bugiardini, il |
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Francia Bigio, fiorentini, et Innocenzio da Imola, de' quali a suo luo- |
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go si parlerà. Parimente, Visino pittor fiorentino fu suo discepolo e |
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migliore di tutti questi per disegno, colorito e diligenzia e per una |
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miglior maniera che mostrò nelle cose che e' fece, condotte con |
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molta diligenza: e ancorché in Fiorenza ne siano poche, ciò si può |
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vedere oggi in casa di Giovambattista di Agnol Doni in un quadro |
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d'una spera colorito a olio a uso di minio, dove sono Adamo et Eva |
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ignudi che mangiano il pomo, cosa molto diligente; et un quadro d'un |
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Cristo deposto di croce insieme coi ladroni, dove è uno intrigamento |
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bene inteso di scale: quivi alcuni aiutano a dipor Cristo, et altri in |
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sulle spalle portono un ladrone alla sepoltura, con molte varie e ca- |
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pricciose attitudini e varietà di figure atte a quel suggetto, le |
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quale mostrano che egli era valentuomo. Il medesimo fu da alcuni |
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mercanti fiorentini condotto in Ungheria, dove fece molte opere e vi |
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fu stimato assai. Ma questo povero uomo fu per poco a rischio di |
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capitarvi male, perché essendo di natura libero e sciolto, né potendo |
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sopportare il fastidio di certi Ungheri importuni che tutto il giorno |
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gli rompevano il capo con lodare le cose di quel paese, come se non |
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fusse altro bene o filicità che in quelle loro stufe, e mangiar e bere, |
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né altra grandezza o nobiltà che nel loro re et in quella corte, e tut- |
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to il resto del mondo fosse fango, parendo aùllui, come è in effetto, |
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che nelle cose d'Italia fusse altra bontà, gentilezza e bellezza, stracco |
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una volta di queste loro sciocchezze e per ventura essendo un po- |
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co allegro, gli scappò di bocca che e' valeva più un fiasco di treb- |
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biano et un berlingozzo che quanti re e reine furon mai in que' |
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paesi: e se e' non si abbatteva che la cosa dette nelle mani ad un |
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vescovo galantuomo e pratico delle cose del mondo e, che importò |
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il tutto, discreto, e che seppe e volle voltare la cosa in burla, egli |
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imparava a scherzar con bestie, perché quelli animalacci ungheri, |
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non intendendo le parole e pensando che egli avesse detto qualche |
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gran cosa, come s'egli fusse per tòrre la vita e lo stato al loro re, lo |
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volevano a furia di popolo, senza alcuna redenzione, crucifiggere. |
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Ma quel vescovo dabbene lo cavò d'ogni inpaccio, stimando quanto |
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meritava la virtù di quel valentuomo e, pigliando la cosa per buon |
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verso, lo rimise in grazia del re che, intesa la cosa, se ne prese sol- |
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lazzo, e poi finalmente fu in quel paese assai stimata et onora- |
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ta la virtù sua. Ma non durò la sua ventura molto tempo, perché |
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non potendo tollerare le stufe né quella aria fredda nimica della |
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sua complessione, in breve lo condusse a fine, rimanendo però viva |