Volume 3

Edizione Giuntina
    gli fu forza ritirarsi in Spoleto, dove per la bontà e virtù sua fu da-
    togli donna di buon sangue e fatto di quella patria cittadino. Nel
    qual luogo fece molte opere, e similmente in tutte l'altre città del-
    l'Umbria; et in Ascesi dipinse la tavola della cappella di Santa Cate-
5   rina nella chiesa di sotto di San Francesco per il cardinale Egidio
    Spagnuolo; e parimente una in San Damiano. In Santa Maria de-
    gl'Angeli dipinse nella cappella piccola, dove morì San Francesco,
    alcune mezze figure grandi quanto il naturale, cioè alcuni compagni
    di San Francesco et altri Santi molto vivaci, i quali mettono in mezzo
10   un San Francesco di rilievo.
    Ma fra i detti discepoli di Pietro miglior maestro di tutti fu Andrea
    Luigi d'Ascesi, chiamato l'Ingegno, il quale nella sua prima giova-
    nezza concorse con Raffaello da Urbino sotto la disciplina di esso
    Pietro, il quale l'adoperò sempre nelle più importanti pitture che fa-
15   cesse, come fu nell'Udienza del Cambio di Perugia dove sono di sua
    mano figure bellissime, in quelle che lavorò in Ascesi e finalmente
    a Roma nella cappella di papa Sisto; nelle quali tutte opere diede
    Andrea tal saggio di sé, che si aspettava che dovesse di gran lunga
    trappassare il suo maestro. E certo così sarebbe stato: ma la fortuna,
20   che quasi sempre agl'alti principii volentieri s'oppone, non lasciò ve-
    nire a perfezzione l'Ingegno; perciò che cadendogli un trabocco di
    scesa negl'occhi, il misero ne divenne, con infinito dolore di chiunche
    lo conobbe, cieco del tutto. Il qual caso dignissimo di compassione
    udendo papa Sisto, come quello che amò sempre i virtuosi or-
25   dinò che in Ascesi gli fusse ogni anno, durante la vita di esso Andrea,
    pagata una provisione da chi là maneggiava l'entrate. E così fu fatto
    insino a che egli si morì d'anni ottantasei.
    Furono medesimamente discepoli di Pietro, e perugini anch'egli-
    no, Eusebio S. Giorgio che dipinse in S. Agostino la tavola de' Ma-
30   gi, Domenico di Paris che fece molte opere in Perugia et attorno per
    le castella, seguitato da Orazio suo fratello; parimente Giannicola,
    che in S. Francesco dipinse in una tavola Cristo nell'orto, e la tavola
    d'Ognisanti in S. Domenico alla cappella de' Baglioni, e nella cappella
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Edizione Torrentiniana
    Madonna delle Carceri, e si mise ad abitare in Arezzo; dove fece una
35   storia nella Madonna delle Lagrime vicino a una volta della minor tri-
    buna, e nel medesimo luogo lavorò una tavola della Natività, et altre
    opere infinite in quella città et altrove; attese continovamente alla
    prospettiva, et in quella città visse e morì.
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