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che di lui ebbero cognizione. Attese mentre che egli faceva l'arte del- |
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l'orefice talmente al disegno e tanto gli piacque, che svegliatosi lo in- |
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gegno suo, che era capace di molte cose, vi fece dentro profitto grandissi- |
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mo, come apparisce in Bologna sua patria per molti argenti in più luoghi, |
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lavorati di niello con istorie di figure piccole, le quali furono sì sottilmente |
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lavorate da lui che spesse volte metteva, in uno spazio di due dita |
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d'altezza e poco più lungo, XX figurine proporzionatissime e belle. |
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Lavorò di smalti ancora molte cose di argenti, guaste per le rovine de' |
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Bentivogli e trafuggate nella partita loro. Legò molte gioie perfettamen- |
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te, e d'ogni cosa che difficilmente si potesse lavorare in quel me- |
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stiero lavorò egli meglio che qualsivoglia eccellente orefice. Ma quello |
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che gli dilettò sopra modo fu il fare i conii per le medaglie, i quali da |
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nessuno meglio che dal Francia furono fatti ne' tempi suoi, come appari- |
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sce ancora in alcune medaglie fatte da lui naturalissime della testa di |
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papa Iulio II, che stettono a paragone di quelle di Caradosso; oltra ch'e' |
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fece le medaglie del signor Giovanni Bentivogli, che par vivo, e d'infiniti |
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prìncipi, i quali nel passaggio di Bologna si fermavano, et egli faceva |
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le medaglie ritratte in cera, e poi finite le madri de' conii, le mandava |
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loro: di che, oltra la immortalità della fama, trasse ancora presenti |