Volume 3

Edizione Giuntina
    stava all'orefice al disegno, in quello tanto si compiacque, che sve-
    gliando l'ingegno a maggior' cose fece in quello grandissimo profitto,
    come per molte cose lavorate d'argento in Bologna sua patria si può
    vedere, e particolarmente in alcuni lavori di niello eccellentissimi;
5   nella qual maniera di fare mise molte volte, nello spazio di due
    dita d'altezza e poco più lungo, venti figurine proporzionatissime e
    belle. Lavorò di smalto ancora molte cose d'argento, che andarono
    male nella rovina e cacciata de' Bentivogli. E per dirlo in una parola,
    lavorò egli qualunche cosa può far quell'arte meglio che altri facesse
10   già mai. Ma quello di che egli si dilettò sopramodo e in che fu ec-
    cellente fu il fare conii per medaglie, nel che fu ne' tempi suoi sin-
    gularissimo, come si può vedere in alcune che ne fece dove è natura-
    lissima la testa di papa Giulio Secondo, che stettono a paragone di
    quelle di Caradosso; oltra ch'e' fece le medaglie del signor Giovanni
15   Bentivogli, che par vivo, e d'infiniti prìncipi, i quali nel passaggio di
    Bologna si fermavano, et egli faceva le medaglie ritratte in cera, e
    poi finite le madri de' conii, le mandava loro: di che, oltra la immor-
    talità della fama, trasse ancora presenti grandissimi. Tenne conti-
    nuamente mentre che e' visse la Zecca di Bologna e fece le stampe
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Edizione Torrentiniana
20   che di lui ebbero cognizione. Attese mentre che egli faceva l'arte del-
    l'orefice talmente al disegno e tanto gli piacque, che svegliatosi lo in-
    gegno suo, che era capace di molte cose, vi fece dentro profitto grandissi-
    mo, come apparisce in Bologna sua patria per molti argenti in più luoghi,
    lavorati di niello con istorie di figure piccole, le quali furono sì sottilmente
25   lavorate da lui che spesse volte metteva, in uno spazio di due dita
    d'altezza e poco più lungo, XX figurine proporzionatissime e belle.
    Lavorò di smalti ancora molte cose di argenti, guaste per le rovine de'
    Bentivogli e trafuggate nella partita loro. Legò molte gioie perfettamen-
    te, e d'ogni cosa che difficilmente si potesse lavorare in quel me-
30   stiero lavorò egli meglio che qualsivoglia eccellente orefice. Ma quello
    che gli dilettò sopra modo fu il fare i conii per le medaglie, i quali da
    nessuno meglio che dal Francia furono fatti ne' tempi suoi, come appari-
    sce ancora in alcune medaglie fatte da lui naturalissime della testa di
    papa Iulio II, che stettono a paragone di quelle di Caradosso; oltra ch'e'
35   fece le medaglie del signor Giovanni Bentivogli, che par vivo, e d'infiniti
    prìncipi, i quali nel passaggio di Bologna si fermavano, et egli faceva
    le medaglie ritratte in cera, e poi finite le madri de' conii, le mandava
    loro: di che, oltra la immortalità della fama, trasse ancora presenti
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