Volume 3

Edizione Giuntina
    della maniera di Pietro Perugino, con il quale lavorò insin
    presso alla morte. Costui fece in Pistoia sua patria poche cose. Al
    Borgo S. Sepolcro fece in una tavola a olio, nella Compagnia del
    Buon Gesù, una Circoncisione che è ragionevole. Nella Pieve del me-
5   desimo luogo dipinse una cappella in fresco; et in sul Tevere, per la
    strada che va ad Anghiari, fece un'altra cappella pur a fresco per la
    comunità; et in quel medesimo luogo in S. Lorenzo, badia d'i Monaci
    de Camaldoli, fece un'altra cappella. Mediante le quali opere fece
    così lunga stanza al Borgo, che quasi se l'elesse per patria. Fu costui
10   persona meschina nelle cose dell'arte, durava grandissima fatica nel
    lavorare, e penava tanto a condurre un'opera che era uno stento.
    Fu ne' medesimi tempi eccellente pittore nella città di Fuligno
    Niccolò Alunno, perché non si costumando molto di colorire ad olio
    inanzi a Pietro Perugino, molti furono tenuti valenti uomini, che poi
15   non riuscirono. Niccolò dunque sodisfece assai nell'opere sue, perché
    se bene non lavorò se non a tempera, perché faceva alle sue figure
    teste ritratte dal naturale e che parevano vive, piacque assai la sua
    maniera. In S. Agostino di Fuligno è di sua mano in una tavola una
    Natività di Cristo et una predella di figure piccole. In Ascesi fece
20   un gonfalone che si porta a processione, nel Duomo la tavola dell'al-
    tar maggiore, et in S. Francesco un'altra tavola. Ma la miglior pittura
    che mai lavorasse Niccolò fu una cappella nel Duomo, dove fra l'altre
    cose vi è una Pietà e due Angeli che, tenendo due torce, piangono tan-
    to vivamente che io giudico che ogni altro pittore, quanto si voglia
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Edizione Torrentiniana
25   egli fu discepolo di Piero Perugino e fu tenuto diligente coloritore et
    imitatore della maniera di Pietro suo maestro, con il quale lavorò fino
    presso alla morte, e col Pinturicchio insieme operò molte cose. In Pistoia
    sua patria fece opere, ma non molte; per che al Borgo a San Sepolcro si
    condusse a fare una tavola a olio a una Confraternita del Buon Gesù in
30   detta città, dentrovi la Circoncisione, dove molto amore e molta diligenza
    mise. Alla Pieve nel medesimo luogo dipinse una cappella in fresco; e sul
    Tevere, per la strada che va ad Anghiari, fece un'altra cappella in
    fresco per la comunità; e in quel medesimo luogo, nella Badia de' Monaci
    di Camaldoli intitolat' a San Lorenzo, un'altra cappella. Quivi dimorò
35   egli tanto, che quasi per sua patria la elesse. Fu persona molto
    nelle cose dell'arte meschina, e che durava grandissime fatiche nell'ope-
    re; et aveva un costume ch'e' penava tanto su' lavori a condurli, che di
    stento sé e loro infine conduceva. Fecero le pitture loro circa nel MDVIII.
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