Volume 3

Edizione Giuntina
    nella pittura. Avendo dunque fatto in dette stanze una storia di
    S. Caterina, figurò gl'archi di Roma di rilievo e le figure dipinte di
    modo che, essendo inanzi le figure e dietro i casamenti, vengono più
    inanzi le cose che diminuiscono che quelle che secondo l'occhio cre-
5   scono: eresia grandissima nella nostra arte. In Castello Sant'Angelo
    dipinse infinite stanze a grottesche, ma nel torrione da basso nel giar-
    dino fece istorie di papa Alessandro, e vi ritrasse Isabella regina
    catolica, Niccolò Orsino conte di Pitigliano, Gianiacomo Triulzi, con
    molti altri parenti et amici di detto Papa, et in particolare Cesare
10   Borgia, il fratello e le sorelle, e molti virtuosi di que' tempi. A Monte
    Oliveto di Napoli, alla cappella di Paulo Tolosa, è di mano del Pin-
    turicchio una tavola d'una Assunta. Fece costui infinite altre opere
    per tutta Italia, che per non essere molto eccellenti, ma di pratica,
    le porrò in silenzio. Usava dire il Pinturicchio che il maggior rilievo
15   che possa dare un pittore alle figure era l'avere da sé, senza saperne
    grado a prìncipi o ad altri. Lavorò anco in Perugia, ma poche cose.
    In Araceli dipinse la cappella di S. Bernardino; et in S. Maria del
    Popolo, dove abbiam detto che fece le due cappelle, fece nella volta
    della cappella maggiore i quattro Dottori della Chiesa.
20   Essendo poi all'età di 59 anni pervenuto, gli fu dato a fare in S.
    Francesco di Siena, in una tavola, una Natività di Nostra Donna;
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Edizione Torrentiniana
    maggior lustro e veduta, cosa goffissima nella pittura. Per che, avendo
    fatto in dette stanze una storia di Santa Caterina, figurò gli archi di Ro-
    ma di rilievo e le figure dipinte di modo che, essendo innanzi le figure e
25   dietro i casamenti, vengono più inanzi le cose che diminuiscono che quelle
    che secondo l'occhio crescono: eresia grandissima nella nostra arte. In Ca-
    stello Santo Angelo fece infinite stanze a grottesche, ma, nel torrione da
    basso nel giardino, di storie di papa Alessandro. Mandò a Napoli a Mon-
    te Oliveto a Paolo Tolosa una tavola d'una Assunta. Fece infinite
30   opere per tutta Italia, che per non essere molto eccellenti, ma di pratica,
    le porrò in silenzio. Visse onoratamente; e perché era morso di non fati-
    carsi nell'arte, diceva che il maggior rilievo che desse un pittore alle
    figure era lo avere da sé, senza saperne grado né a prìncipi né agli altri.
    Lavorò ancora a Perugia. Et in Araceli dipinse la cappella di San Ber-
35   nardino; a Santa Maria del Popolo fece due cappelle e la volta della
    cappella maggiore.
    Avvenne che essendo egli già condotto a la età d'anni LIX, gli
    fu allogata una opera in San Francesco di Siena, dove gli assegnarono
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