Volume 3

Edizione Giuntina
    di Drusiana. Appresso ciò, dove esso S. Giovanni bolle nell'olio, si
    vede la collera del giudice che comanda che il fuoco si faccia maggio-
    re, et il riverberare delle fiamme nel viso di chi soffia, e tutte le fi-
    gure sono fatte con belle e diverse attitudini. Nell'altra faccia è S. Fi-
5   lippo nel tempio di Marte che fa uscire di sotto l'altare il serpente,
    che occide col puzzo il figliuolo del re. E dove in certe scale finge il
    pittore la buca per la quale uscì di sotto l'altare il serpente, vi dipinse
    la rottura d'uno scaglione, tanto bene che volendo una sera uno de'
    garzoni di Filippo riporre non so che cosa acciò non fusse veduta da
10   uno che picchiava per entrare, corse alla buca così in fretta per ap-
    piattarvela dentro, e ne rimase ingannato. Dimostrò anco tanta arte
    Filippo nel serpente, che il veleno, il fetore et il fuoco pare più tosto
    naturale che dipinto. È anco molto lodato la invenzione della storia
    nell'essere quel Santo crucifisso, perché egli s'imaginò, per quanto
15   si conosce, che egli in terra fusse disteso in sulla croce, e poi
    così tutto insieme alzato e tirato in alto per via di canapi e funi e di
    puntegli, le quali funi e canapi sono avvolte a certe anticaglie rotte
    e pezzi di pilastri e imbasamenti e tirate da alcuni ministri. Dal-
    l'altro lato regge il peso della detta croce e del Santo, che vi è sopra
20   nudo, da una banda uno con una scala, con la quale l'ha inforcata,
    e dall'altra un altro con un puntello, sostenendola insino a che due
    altri, fatto lieva a piè del ceppo e pedale d'essa croce, va bilicando il
    peso per metterla nella buca fatta in terra dove aveva da stare ritta,
    che più non è possibile, né per invenzione né per disegno né per
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Edizione Torrentiniana
25   resurressione di Drusiana. Appresso il bollire nello olio di esso Santo,
    dove si vede la collera del giudice che comanda che il fuoco si accresca,
    et i reverberi delle fiamme nel viso di chi soffia, e molto belle attitudini
    in tutte le figure ad imitazione dello antico. Nella altra faccia è San Fi-
    lippo nel tempio di Marte che fa uscire il serpente di sotto l'altare, il
30   quale amazza col puzzo il figliuolo del re; per che Filippo fece una buca
    in certe scale et un sasso che è aperto, sì simile la rottura del sasso, che una
    sera un de' garzoni volendo riporre una cosa che non fosse veduta, sendo
    picchiata la porta, ivi corse per appiat[t]arvela dentro, e ne restò ingan-
    nato. Si dimostrò l'arte di Filippo ancora in un serpe, talmente che il
35   veleno, il fetore e 'l fuoco pare di gran lunga più naturale che dipinto. E
    molto è lodata la invenzione dell'altra istoria nel suo essere crocifisso,
    perché, per quanto e' se ne conosce, egli imagina che giù in terra e' fusse
    disteso in su l'arbero della croce, e poi così tutto insieme alzato e tirato
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