Volume 3

Edizione Giuntina
   
VITA DI SANDRO BOTTICELLO.
   
PITTOR FIORENTINO
    Ne' medesimi tempi del magnifico Lorenzo Vecchio de' Medici,
    che fu veramente per le persone d'ingegno un secol d'oro, fiorì an-
5   cora Alessandro, chiamato a l'uso nostro Sandro, e detto di Botti-
    cello per la cagione che apresso vedremo. Costui fu figliuolo di Ma-
    riano Filipepi cittadino fiorentino, dal quale diligentemente allevato
    e fatto instruire in tutte quelle cose che usanza è di insegnarsi a' fan-
    ciulli in quella età prima che e' si ponghino a le botteghe, ancora che
10   agevolmente apprendesse tutto quello che e' voleva, era nientedi-
    manco inquieto sempre, né si contentava di scuola alcuna, di leggere,
    di scrivere o di abbaco; di maniera che il padre, infastidito di questo
    cervello sì stravagante, per disperato lo pose a lo orefice con un suo
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Edizione Torrentiniana
   
SANDRO BOTTICELLO.
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PITTOR FIORENTINO.
    Sforzasi la natura a molti dare la virtù, et in contrario gli mette la
    trascurataggine per rovescio, perché non pensando al fine della vita loro,
    ornano spesso lo spedale della lor morte come con l'opre in vita onorarono
    il mondo. Questi nel colmo delle felicità loro sono dei beni della fortuna
20   troppo carichi, e ne' bisogni ne son tanto digiuni, che gli aiuti umani da
    la bestialità del lor poco governo talmente si fuggono che col fine della
    morte loro vituperano tutto l'onore e la gloria della propria vita. Onde
    non sarebbe poca prudenzia ad ogni virtuoso, e particularmente a-
    gli artefici nostri, quando la sorte gli concede i beni della fortuna salvar-
25   ne per la vecchiezza e per gli incomodi una parte, acciò il bisogno che
    ognora nasce non lo percuota, come stranamente percosse Sandro Bot-
    ticello, che così si chiamò ordinariamente per la cagione che appresso
    vedremo.
    Costui fu figliuolo di Mariano Filipepi cittadino fiorentino, dal quale
30   diligentemente allevato e fatto instruire in tutte quelle cose che usanza è
    di insegnarsi a' fanciulli in quella città prima che e' si ponghino a le bot-
    teghe, ancora che agevolmente apprendesse tutto quello che e' voleva,
    era nientedimanco inquieto sempre, né si contentava di scuola alcuna, di
    leggere, di scrivere o di abbaco; di maniera che il padre, infastidito di
35   questo cervello sì stravagante, per disperato lo pose a lo orefice con un suo
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