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che non fece egli nella tavola, come a suo luogo si dirà. Nella mede- |
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sima città fece Lorenzo, e nella chiesa medesima alla cappella de' |
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Rossi, in una tavola, la Nostra Donna, San Jacopo, San Giorgio, |
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San Bastiano e San Girolamo: la quale opera è la migliore e di più |
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dolce maniera di qualsivoglia altra che costui facesse già mai. |
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Andato poi Lorenzo al servigio del signor Francesco Gonzaga mar- |
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chese di Mantoa, gli dipinse nel palazzo di San Sebastiano, in una |
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camera lavorata parte a guazzo e parte a olio, molte storie. In una è la |
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marchesa Isabella ritratta di naturale, che ha seco molte signore che |
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con varii suoni cantando fanno dolce armonia; in un'altra è la dea La- |
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tona che converte, secondo la favola, certi villani in ranocchi; nella |
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terza è il marchese Francesco, condotto da Ercole per la via della virtù |
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sopra la cima d'un monte consecrato all'eternità. In un altro quadro |
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si vede il medesimo marchese, sopra un piedistallo, trionfante con un |
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bastone in mano, e intorno gli sono molti signori e servitori suoi con |
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stendardi in mano, tutti lietissimi e pieni di giubilo per la grandezza |
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di lui; fra i quali tutti è un infinito numero di ritratti di naturale. |
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Dipinse ancora nella sala grande, dove oggi sono i Trionfi di mano |
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del Mantegna, due quadri, cioè in ciascuna testa uno. Nel primo, che |
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è a guazzo, sono molti nudi che fanno fuochi e sacrifizii a Ercole, et |
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in questo è ritratto di naturale il marchese con tre suoi figliuoli, |
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Federigo, Ercole e Ferrante, che poi sono stati grandissimi et illu- |
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strissimi signori; vi sono similmente alcuni ritratti di gran donne. |
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Ne l'altro, che fu fatto a olio molti anni dopo il primo, e che fu quasi |
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dell'ultime cose che dipignesse Lorenzo, è il marchese Federigo fatto |
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uomo, con un bastone in mano come generale di Santa Chiesa sotto |
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Leone Decimo; et intorno gli sono molti signori ritratti dal Costa |
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di naturale. In Bologna, nel palazzo di messer Giovanni Bentivogli |
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dipinse il medesimo, a concorrenza di molti altri maestri, al- |
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cune stanze, delle quali per essere andate per terra con la rovina di |
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quel palazzo non si farà altra menzione. Non lascerò già di dire che |
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dell'opere che fece per i Bentivogli rimase solo in piedi la cappella |
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che egli fece a messer Giovanni in San Iacopo, dove in due storie |
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dipinse due Trionfi tenuti bellissimi, con molti ritratti. Fece anco in |
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San Giovanni in Monte l'anno 1497 a Iacopo Chedini in una cap- |
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pella - nella quale volle dopo morte essere sepolto - una tavola, |
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dentrovi la Nostra Donna, San Giovanni Evangelista, Sant'Agostino |
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et altri Santi. In San Francesco dipinse in una tavola una Natività, |
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San Iacopo e Santo Antonio da Padova. Fece in S. Piero per Dome- |
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nico Garganelli, gentiluomo bolognese, il principio d'un cappella |