Volume 3

Edizione Giuntina
    In sin qui il Giovio, con quello che séguita. Ritrasse anco in me-
    daglia Filippo de' Medici, arcivescovo di Pisa, Braccio da Montone,
    Giovan Galeazzo Visconti, Carlo Malatesta signor d'Arimino, Gio-
    van Caracciolo gran siniscalco di Napoli, Borso et Ercole da Este,
5   e molti altri signori et uomini segnalati per arme e per lettere. Costui
    meritò per la fama e riputazione sua in questa arte essere celebrato
    da grandissimi uomini e rari scrittori, perché oltre quello che ne
    scrisse il Biondo, come si è detto, fu molto lodato in un poema
    latino da Guerino Vecchio suo compatriota e grandissimo litterato
10   e scrittore di que' tempi; del qual poema, che dal cognome di costui
    fu intitolato il Pisano del Guerino, fa onorata menzione esso Biondo.
    Fu anco celebrato dallo Strozzi vecchio, cioè da Tito Vespasiano pa-
    dre dell'altro Strozzi, ambiduoi poeti rarissimi nella lingua latina. Il
    padre dunque onorò con un bellissimo epigramma, il qual è in stampa
15   con gl'altri, la memoria di Vittore Pisano. E questi sono i frutti che
    dal viver virtuosamente si traggono. Dicono alcuni che quando costui
    imparava l'arte, essendo giovanetto, in Fiorenza, che dipinse nella
    vecchia chiesa del Tempio, che era dove è oggi la cittadella vecchia,
    le storie di quel pellegrino a cui, andando a San Iacopo di Galizia,
20   mise la figliuola d'un oste una tazza d'argento nella tasca perché
    fusse come ladro punito, ma fu da S. Iacopo aiutato e ricondotto a
    casa salvo; nella qual opera mostrò Pisano dover riuscire, come fece,
    eccellente pittore. Finalmente, assai ben vecchio, passò a miglior vita.
    E Gentile, avendo lavorato molte cose in Città di Castello, si condusse
25   a tale, essendo fatto parletico, che non operava più cosa buona. In ul-
    timo consumato dalla vecchiezza, trovandosi d'ottanta anni si morì.
    Il ritratto di Pisano non ho potuto aver di luogo nessuno. Disse-
    gnarono ambiduoi questi pittori molto bene, come si può vedere nel
    nostro libro, etc..
30   Fine della Vita di Gentile da Fabriano
    e di Vittore Pisano veronese.
- pagina 369 -

Edizione Torrentiniana
    bella. Dipinse ancora in Città di Castello, sino a che ultimamente tornò
    a Roma; dove lavorando per sostentarsi, si condusse a tale, essendo
    fatto parletico, che e' non operava più cosa buona; laonde stette più di
35   sei anni che nulla fece. E consumato dalla vecchiezza, trovandosi già
    LXXX anni, finalmente pur si morì. E gli fu fatta questa memoria:
    HIC PULCHRE NOVIT VARIOS MISCERE COLORES
    PINXIT ET IN VARIIS URBIBUS ITALIAE.
- pagina 369 -
pagina precedentepagina successiva