Volume 3

Edizione Giuntina
    dicono, da Modena, i quali tutti dipinsono in una chiesa, detta la Casa
    di Mezzo, fuor della Porta di S. Mammolo, molte cose a fresco. Cri-
    stofano fece da una banda da che Dio fa Adamo insino alla morte di
    Moisè, e Simone et Iacopo trenta storie, da che nasce Cristo insino alla
5   cena che fece con i Discepoli; e Galasso poi fece la Passione: come si
    vede al nome di ciascuno che vi è scritto da basso. E queste pitture fo-
    rono fatte l'anno 1404. Dopo le quali fu dipinto il resto della chiesa, da
    altri maestri, di storie di Davitte assai pulitamente. E nel vero queste
    così fatte pitture non sono tenute se non a ragione in molta stima
10   dai Bolognesi, sì perché come vecchie sono ragionevoli, e sì perché il
    lavoro, essendosi mantenuto fresco e vivace, merita molta lode. Di-
    cono alcuni che il detto Galasso lavorò anco a olio, essendo vecchis-
    simo, ma io né in Ferrara né in altro luogo ho trovato altri lavori di
    suo che a fresco. Fu discepolo di Galasso Cosmè, che dipinse in
15   S. Domenico di Ferrara una capella e gli sportelli che serrano l'or-
    gano del Duomo, e molte altre cose che sono migliori che non furono
    le pitture di Galasso suo maestro.
    Fu Niccolò buon disegnatore, come si può vedere nel nostro libro,
    dove è di sua mano uno Evangelista e tre teste di cavallo, disegnate
20   bene affatto.
    Fine della Vita di Niccolò Aretino, etc..
- pagina 35 -

Edizione Torrentiniana
    sono cosa lodatissima e che gli dètte allora tanto credito e nome, che aven-
    dosi ad allogar le porte di San Giovanni di bronzo, e' fu eletto fra que'
    maestri che in tale opra furono concorrenti. Ma rimanendo adietro in
25   tale opra, se ne partì; et a Milano trasferitosi, nel Duomo fece di marmi
    alcune cose bellissime. Essendo poi divenuto vecchio, volsero gli Aretini
    fare allogazione de la sepoltura di Guido Pietramalesco signore e vesco-
    vo loro, già morto, e per Niccolò mandarono. Per che da Milano a Bolo-
    gna condottosi, quivi morì in pochi giorni, et essi de la sepoltura fecero
30   allogazione a maestro Agostino et ad Agnolo sanesi, i quali la finirono e
    posero nel Vescovado alla cappella del Corpus Domini; la quale
    sepoltura per le guerre e per vendette fatte contra quel vescovo si truova
    oggi rotta in più pezzi.
    Visse Niccolò anni LXVI, e furono l'opere sue nel MCCCCXIX. Et
35   ebbe dopo morte questo epitaffio:
    NICOLAUS ARETINUS SCULPTOR.
    NIL FACIS IMPIA MORS CUM PERDIS CORPORA MILLE
    SI MANIBUS VIVUNT SAECLA REFECTA MEIS.
- pagina 35 -
pagina precedentepagina successiva