Volume 3

Edizione Giuntina
   
VITA DI PAULO ROMANO E DI MAESTRO MINO.
   
SCULTORI.
   
E DI CHIMENTI CAMICIA.
   
ARCHITETTO
5   Segue ora che noi parliamo di Paolo Romano e di Mino del Regno,
    coetanei e della medesima professione, ma molto differenti nelle
    qualità de' costumi e dell'arte, perché Pagolo fu modesto et assai
    valente, Mino di molto minor valore ma tanto prosuntuoso et arro-
    gante che, oltra il far suo pien di superbia, con le parole ancora
10   alzava fuor di modo le proprie fatiche. Nel farsi allogazione da Pio
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Edizione Torrentiniana
   
PAULO ROMANO E MAESTRO MINO.
   
SCULTORI.
    Egli è pure una temeraria prosunzione, anzi una grande e matta pazzia,
    quella di coloro che per gara molte volte si mettono a volere essere supe-
15   riori a quegli che ne sanno più di loro e con istudio maggiore si sono af-
    faticati nelle virtù, ove questi perversi, dalla mala natura spinti e tirati
    da odio, senza rispetto o freno di vergogna inanzi a tutti vogliono essere
    i più stimati, e si lasciano uscire di bocca certe parole che molte volte
    fanno lor danno. Per che gonfiati dai veleni e dalle ostinazioni ch'ànno
20   concetto in loro, si dànno ad intendere e facilmente si credono senza
    alcuna considerazione (tuttoché in parte e' conoschino l'error loro den-
    tro a se stessi) con la vampa delle parole ricoprire la ignoranzia loro, et
    abbattere o sotter[r]are quegli altri che, umili e di più sapere, operando
    con le fatiche loro poveramente seguitano l'orme della vera virtù. E se
25   questo non segue sempre, egli adviene pure spesso che infiniti credono alla
    ciurma delle loro parole; e molte cose per questa via sono allogate loro,
    le quali, come cattivi e di mal animo che sono, conducono fino a una certa
    fine, e trovatosi al di sotto delle opere per la imperfezzione, le guastano
    e di que' paesi si fuggono, attribuendo ciò alla altezza dello ingegno, alla
30   fantasticheria dell'arte o all'avarizia de' prìncipi o a qualche altra
    nuova sciagura; laonde col tempo scuoprono poi la ragia del saper
    loro nelle arti, come scoperse di sé maestro Mino scultore. Il quale
    fu tanto prosontuoso che, oltra il far suo, con le parole alzava tanto le
    proprie fatiche per le lode, che nel farsi allogazione da Pio Secondo
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