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intero lo ritrasse co' suoi abiti indosso alla moresca in un muro bianco. |
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Fu dagli altri schiavi detto questo al padrone, perché a tutti un miracolo |
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pareva, non s'usando il disegno né la pittura in quelle parti; e ciò fu |
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cagione di dargli premio e di liberarlo da la catena dove per tanto tempo |
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era stato tenuto: veramente gloria di questa virtù grandissima avere |
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forza, con uno a cui è conceduto per legge di poter condannare e punire, |
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di far tutto il contrario, anzi d'indurlo a fargli carezze et a dargli li- |
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bertà in cambio di supplicio e di morte. Lavorò con colori alcune cose |
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segretamente al padron suo che, liberatolo, sicuro a Napoli con premio |
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portar lo fece, dove egli dipinse al re Alfonso, allora duca di Calavria, |
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una tavola a tempera nella cappella del castello, dove oggi sta la guar- |
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dia. Appresso gli venne volontà di ritornare a Fiorenza, dove dimorò |
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alcuni mesi; e lavorò alle Donne di S. Ambruogio allo altar maggiore |
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una bellissima tavola, la quale molto grato lo fece a Cosimo de' Medici, |
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che per questa cagione divenne suo amicissimo. Fece anco nel capitolo |
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di Santa Croce una tavola, la qual finita che fu, ne fece un'altra che fu |
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posta nella cappella in casa Medici, e dentro vi fece la Natività di |
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Cristo. Lavorò ancora per la moglie di Cosimo detto una tavola con la |
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medesima Natività di Cristo e San Giovanni Batista per mettere all'ermo |