Volume 3

Edizione Giuntina
    finalmente l'intento suo; onde, prima che Donatello partisse di Pa-
    dova finite l'opere sue, aveva tanto acquisto fatto nell'arte che già
    era in buona aspettazione e di tanta speranza appresso al maestro
    che meritò che da lui gli fussero lasciate tutte le masserizie, i disegni
5   e i modelli delle storie che si avevano a fare di bronzo intorno al
    coro del Santo in quella città. La qual cosa fu cagione che, partito
    Donato come si è detto, fu tutta quell'opera publicamente allogata
    al Vellano nella patria con suo molto onore. Egli dunque fece tutte
    le storie di bronzo che sono nel coro del Santo dalla banda di fuori,
10   dove fra l'altre è la storia quando Sansone, abbracciata la colonna,
    rovina il tempio de' Filistei, dove si vede con ordine venir giù i pezzi
    delle rovine e la morte di tanto popolo, et inoltre la diversità di
    molte attitudini in coloro che muoiono, chi per la rovina e chi per la
    paura: il che maravigliosamente espresse Vellano. Nel medesimo
15   luogo sono alcune cere et i modelli di queste cose, e così alcuni can-
    delieri di bronzo lavorati dal medesimo con molto giudizio et inven-
    zione. E per quanto si vede, ebbe questo artefice estremo disiderio
    d'arivare al segno di Donatello; ma non vi arrivò, perché si pose colui
    troppo alto in un'arte difficilissima. E perché Vellano si dilettò anco
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Edizione Torrentiniana
20   scultura; e seguitando e studiando continovamente sotto tanto maestro
    conseguì finalmente lo intento suo, con ciò sia che, avendolo servito et aiu-
    tato in tutta l'opera che e' fece in Padova, occorrendo il ritorno di quello
    a Fiorenza meritò che il maestro gli lasciasse tutte le masserizie, i disegni
    et i modelli di quelle istorie che si avevano a fare di bronzo intorno al coro
25   del Santo di quella città. Il che fu cagione che dopo la partita di esso Do-
    nato tutta l'opera sopradetta fusse publicamente allogata al Vellano, re-
    stato nella sua patria con grandissimo nome e fama. Fece egli adun-
    que tutte le istorie di bronzo che sono nel coro del Santo da la banda di
    fuori; et infiniti credono le invenzioni esser venute da Donato, come è la
30   istoria quando Sansone, abbracciata la colonna, rovina il tempio de' Fi-
    listei, dove si vede con ordine venir giù i pezzi delle ruine e la morte di tan-
    to popolo, et inoltre la diversità di tante attitudini di coloro che muoiono,
    chi del fatto e chi de la paura: il che maravigliosamente espresse il Vel-
    lano. E nel medesimo luogo sono alcune cere e modelli di queste cose, et
35   alcuni candellieri di bronzo lavorati da lui con istorie e condotti con
    un buon garbo, de' quali ebbe lode infinita, conoscendosi in cotali opere
    uno estremo desiderio di volere arrivare al segno di Donatello: al quale
    nientedimanco non arrivò, per essersi posto colui troppo alto con una
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