Volume 3

Edizione Giuntina
    della pittura il che benissimo gli riuscì, come al suo luogo si dirà.
    Lazzaro dunque, attendendo a studiare continuamente le cose del-
    l'arte, si fece ogni giorno più eccellente, come ne dimostrano alcuni di-
    segni di sua mano molto buoni che sono nel nostro libro. E perché
5   molto si compiaceva in certe cose naturali e piene d'affetti, nelle quali
    esprimeva benissimo il piagnere, il ridere, il gridare, la paura, il tremi-
    to e certe simili cose, per lo più le sue pitture son piene d'invenzioni
    così fatte, come si può vedere in una cappellina dipinta a fresco di
    sua mano in San Gimignano d'Arezzo, nella qual è un Crucifisso,
10   la Nostra Donna, San Giovanni e la Maddalena a' piè della croce,
    che in varie attitudini piangono così vivamente che gl'acquistarono
    credito e nome fra i suoi cittadini. Dipinse in sul drappo, per la
    Compagnia di Santo Antonio della medesima città, un gonfalone che
    si porta a processione, nel quale fece Gesù Cristo alla colonna nudo
15   e legato, con tanta vivacità che par che tremi e che tutto ristretto
    nelle spalle sofferisca con incredibile umilità e pacienza le percosse
    che due giudei gli dànno; de' quali uno, recatosi in piedi, gira con
    ambe le mani, voltando le spalle verso Gesù Cristo, in atto crude-
    lissimo; l'altro in profilo et in punta di piè s'alza, e strignendo con
20   le mani la sferza e digrignando i denti, mena con tanta rabbia che
    più non si può dire. A questi due dipinse Lazaro li vestimenta strac-
    ciate per meglio dimostrare l'ignudo, bastandogli in un certo modo
    ricoprire le vergogne loro e le meno oneste parti. Questa opera,
    essendo durata in sul drappo (di che certo mi maraviglio) tanti anni
25   et insino a oggi, fu per la sua bellezza e bontà fatta ritrarre dagl'uo-
    mini di quella Compagnia dal Priore franzese, come al suo luogo
    ragionaremo. Lavorò anco Lazaro a Perugia nella chiesa de' Servi,
    in una capella a canto alla sagrestia, alcune storie della Nostra Donna
    et un Crucifisso, e nella Pieve di Monte Pulciano una predella di fi-
30   gure piccole; in Castiglione Aretino una tavola a tempera in S. Francesco,
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Edizione Torrentiniana
    di Pietro borghese che poco da quella si conosceva differente. Era persona
    che teneva sempre ferma la imaginazione a certe cose naturali, come si ve-
    de in San Gimignano in Arezzo nel tramez[z]o di essa chiesa una cappel-
    lina, dove in fresco dipinse un Crocifisso, la Nostra Donna, San Giovanni
35   e la Maddalena, le quali fece piangenti appiè della Croce con una maniera
    sì disposta e intenta al pianto che, oltra che elle paiono e vive e vere, elle
    gli acquistarono e credito e nome tra ' suoi cittadini. Lavorò ancora in
    Monte Pulciano una predella di figure piccole posta nella Pieve; et in
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