Volume 3

Edizione Giuntina
    è certo cosa stupenda, avendo in quello sottilmente tirato ogni mi-
    nuzia, e fatto scortare il girare di tutti que' circoli con molta grazia.
    Laonde acquistato che si ebbe in quella corte credito e nome, volle
    farsi conoscere in altri luoghi; onde andato a Pesero et Ancona, in
5   sul più bello del lavorare fu dal duca Borso chiamato a Ferrara,
    dove nel palazzo dipinse molte camere, che poi furono rovinate dal
    duca Ercole vecchio per ridurre il palazzo alla moderna; di maniera
    che in quella città non è rimaso di man di Piero se non una capella in
    S. Agostino, lavorata in fresco, et anco quella è dalla umidità mal-
10   condotta. Dopo, essendo condotto a Roma, per papa Nicola Quinto
    lavorò in palazzo due storie nelle camere di sopra a concorrenza
    di Bramante da Milano, le quali forono similmente gettate per terra
    da papa Giulio Secondo perché Raffaello da Urbino vi dipignesse la
    prigionia di S. Piero et il miracolo del Corporale di Bolsena, insieme
15   con alcune altre che aveva dipinte Bramantino, pittore ecc[ellente]
    de' tempi suoi. E perché di costui non posso scrivere la vita né l'opere
    particulari per essere andate male, non mi parrà fatica, poi che viene
    a proposito, far memoria di costui, il quale nelle dette opere che fu-
    rono gettate per terra aveva fatto, secondo che ho sentito ragionare,
20   alcune teste di naturale sì belle e sì ben condotte che la sola parola
    mancava a dar loro la vita. Delle quali teste ne sono assai venute in
    luce, perché Raffaello da Urbino le fece ritrare per aver l'ef-
    figie di coloro, che tutti furono gran personaggi; perché fra essi era
    Niccolò Fortebraccio, Carlo Settimo re di Francia, Antonio Colonna
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Edizione Torrentiniana
25   Laonde acquistatosi in quella corte credito e nome, volle farsi conoscer
    fuori. E però lavorando et in Pesero et in Ancona, venne la fama sua a le
    orecchie del duca Borso: il quale, chiamatolo a Ferrara, nel suo palazzo
    gli fece dipignere molte camere, rovinate dipoi dal duca Ercole vecchio per
    edificarvi a l'uso moderno; di maniera che in quella città non è rimaso di
30   man sua se non una cappella in Santo Agostino lavorata in fresco, e quella
    stessa per una soverchia umidità assai bene in declinazione. Queste opere
    lo fecero noto a papa Niccola V, il quale, condottolo a Roma, gli fece lavo-
    rare in palazzo due storie nelle camere di sopra a concorrenzia di Bra-
    mantino da Milano, le quali medesimamente furono poi gittate per terra
35   da papa Giulio II perché Raffaello da Urbino vi dipignesse la prigione di
    San Piero et il miracolo del Corporale di Bolsena, insieme con
    alcune che aveva dipinte Bramantino da Milano, pittore molto eccellente
    ne' tempi suoi. Del quale non potendo scrivere la vita o le opere particulari,
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