Volume 3

Edizione Giuntina
    et arte aveva ridotta a perfezzione. Questa opera lo rendé medesima-
    mente per un ingegno veramente divino.
    Fu Filippo facetissimo nel suo ragionamento e molto arguto nelle
    risposte, come fu quando egli volle mordere Lorenzo Ghiberti che
5   aveva compero un podere a Monte Morello, chiamato Lepriano, nel
    quale spendeva due volte più che non ne cavava entrata, che venutoli
    a fastidio lo vendé. Domandato Filippo qual fusse la miglior cosa che
    facesse Lorenzo, pensando forse per la nimicizia che egli dovesse
    tassarlo, rispose: «Vendere Lepriano».
10   Finalmente divenuto già molto vecchio, cioè di anni 69, l'anno
    1446, addì 16 d'aprile, se n'andò a miglior vita, dopo essersi affaticato
    molto in far quelle opere che gli fecero meritare in terra nome ono-
    rato e conseguire in cielo luogo di quiete. Dolse infinitamente alla
    patria sua, che lo conobbe e lo stimò molto più morto che non fece
15   vivo; e fu sepellito con onoratissime esequie et onore in S. Maria del
    Fiore, ancora che la sepoltura sua fusse in S. Marco, sotto il pergamo
    verso la porta, dove è un'arme con due foglie di fico e certe onde
    verdi in campo d'oro, per essere discesi i suoi del Fer[r]arese, cioè da
    Ficaruolo castello in sul Po, come dimostrano le foglie che denotano
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Edizione Torrentiniana
20   meritò essere amato da chi il conobbe et ammirato da coloro che consi-
    dereranno le bellissime opere sue.
    Fu facetissimo nel suo ragionamento e molto arguto nelle risposte,
    come fu quando egli volse mordere Lorenzo Ghiberti che aveva compero
    un podere a Monte Morello, chiamato Lepriano, nel quale spendeva
25   due volte più che non ne cavava entrata, che venutoli a fastidio lo ven-
    dé; domandato Filippo qual fussi la miglior cosa che facessi Lorenzo,
    pensando forse per la nimicizia egli dovessi tassarlo, rispose: «Vendere
    Lepriano».
    Finalmente divenuto già molto vecchio, cioè di anni LXIX, l'anno
30   MCCCCXLVI, addì XVI d'aprile, a miglior vita mandò sì nobilissimo
    spirito; il quale, così come affaticandosi per lasciar tante memorie di sé
    meritò in terra nome onorato, ragionevolmente credere si puote che su
    nel cielo abbia avuto luogo quieto. Dolse infinitamente alla patria sua,
    che lo conobbe e lo stimò molto più morto [che] non fece vivo; e fu sepel-
35   lito con onoratissime esequie et onore in Santa Maria del Fiore, ancora
    che la sepoltura sua fusse in Santo Marco, sotto il pergamo verso la
    porta, dove è un'arme con due foglie di fico e certe onde verdi in cam-
    po d'oro, per essere discesi i suoi del Ferrarese, da Ficaruolo castello in
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