Volume 2

Edizione Giuntina
    andar a star seco; rispose il fanciullo che contentandosene il padre,
    anderebbe volentieri. Dimandandolo dunque Cimabue a Bondone,
    egli amorevolmente glielo concedette, e si contentò che seco lo me-
    nasse a Firenze. Là dove venuto, in poco tempo, aiutato dalla natura
5   et ammaestrato da Cimabue, non solo pareggiò il fanciullo la maniera
    del maestro suo, ma divenne così buono imitatore della natura che
    sbandì affatto quella goffa maniera greca, e risuscitò la moderna e
    buona arte della pittura, introducendo il ritrarre bene di naturale le
    persone vive, il che più di dugento anni non s'era usato; e se pure
10   si era provato qualcuno, come si è detto di sopra, non gli era ciò riu-
    scito molto felicemente né così bene a un pezzo come a Giotto. Il
    quale fra gl'altri ritrasse, come ancor oggi si vede nella capella del
    Palagio del Podestà di Firenze, Dante Alighieri, coetaneo et amico suo
    grandissimo e non meno famoso poeta che si fusse ne' medesimi tem-
15   pi Giotto pittore, tanto lodato da messer Giovanni Boccaccio nel
    proemio della novella di messer Forese da Rabatta e di esso
    Giotto dipintore. Nella medesima capella è il ritratto, similmente di
    mano del medesimo, di ser Brunetto Latini maestro di Dante, e di
    messer Corso Donati gran cittadino di que' tempi.
20   Furono le prime pitture di Giotto nella capella dell'altar maggiore
    della Badia di Firenze, nella quale fece molte cose tenute belle, ma
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Edizione Torrentiniana
    maravigliatosi, lo domandò se volesse star seco; rispose il
    fanciullo che se il padre suo ne fosse contento, ch'egli contentissimo ne
    sarebbe. Laonde domandatolo a Bondone con grandissima instanzia,
25   egli di singular grazia glielo concesse. Et insieme a Fiorenza inviatisi,
    non solo in poco tempo pareggiò il fanciullo la maniera di Cimabue, ma
    ancora divenne tanto imitatore della natura che ne' tempi suoi sbandì
    affatto quella greca goffa maniera, e risuscitò la moderna e buona
    arte della pittura, et introdusse il ritrar di naturale le persone vive,
30   che molte centinaia d'anni non s'era usato. Onde ancor oggidì
    si vede ritratto nella cappella del Palagio del Podestà di Fiorenza l'effigie
    di Dante Alighieri, coetaneo et amico di Giotto et amato da lui per le
    rare doti che la natura aveva nella bontà del gran pittore impresse, come
    tratta messer Giovanni Boccaccio in sua lode nel prologo della novel-
35   la di messere Forese da Rabatta e di Giotto.
    Furono le sue prime pitture, nella Badia di Fiorenza, la cappella dello
    altar maggiore, nella quale fece molte cose tenute belle, ma particular-
    mente in una storia della Nostra Donna quando ella è annunziata da
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