Volume 2

Edizione Giuntina
    e dall'altro l'imperadore Enrico. Nella base dove posa la Nostra
    Donna sono queste parole:
    AVE GRATIA PLENA DOMINUS TECUM
    et appresso:
5   NOBILIS ARTE MANUS SCULPSIT IOHANNES PISANUS
    SCULPSIT SUB BURGUNDIO TADI BENIGNO...
    et intorno alla basa di Pisa:
    VIRGINIS ANCILLA SUM PISA QUIETA SUB ILLA
    et intorno alla basa d'Enrico:
10   IMPERAT HENRICUS QUI CHRISTO FERTUR AMICUS.
    Essendo stata già molti anni nella Pieve vecchia della terra di
    Prato, sotto l'altare della cappella maggiore, la Cintola di Nostra
    Donna che Michele da Prato tornando di Terrasanta aveva recato
    nella patria l'anno 1141, e consegnatala a Uberto proposto di quella
15   Pieve che la pose dove si è detto e dove era stata sempre con gran
    venerazione tenuta, l'anno 1312 fu voluta rubare da un pratese, uomo
    di malissima vita, e quasi un altro ser Ciapellet[t]o; ma essendo sta-
    to scoperto, fu per mano della iustizia come sacrilego fatto morire.
    Da che mossi i Pratesi deliberarono di fare, per tenere più sicuramente
20   la detta Cintola, un sito forte e ben accomodato; onde, mandato per
    Giovanni, che già era vecchio, feciono col consiglio suo nella chiesa
    maggiore la cappella dove ora sta riposta la detta Cintola di Nostra
    Donna. E poi col disegno del medesimo feciono la detta chiesa molto
    maggiore di quello ch'ell'era, e la incrostarono di fuori di marmi bian-
25   chi e neri, e similmente il campanile, come si può vedere. Finalmente,
    essendo Giovanni già vecchissimo, si morì l'anno 1320, dopo avere
    fatto, oltre a quelle che dette si sono, molte altre opre di scultura
    e d'architettura. E nel vero si deve molto a lui et a Nicola suo padre,
    poiché in tempi privi di ogni bontà di disegno diedero in tante tene-
30   bre non piccolo lume alle cose di quest'arti, nelle quali furono in
    quell'età veramente eccellenti.
    Fu sotterrato Giovanni in Camposanto onoratamente, nella stessa
    arca dove era stato posto Nicola suo padre.
    Furono discepoli di Giovanni molti che dopo lui fiorirono, ma par-
35   ticolarmente Tino scultore et architetto sanese, il quale fece in Pisa
    la capella dove è il corpo di S. Ranieri in Duomo, tutta ornata di
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