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volontà mia e con le opere di questi tali, ella abbondi di quelli aiuti |
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et ornamenti de' quali, siami lecito liberamente dire il vero, ha man- |
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cato sino a quest'ora. |
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Ma tempo è di venire oggimai a la Vita di Giovanni Cimabue, il |
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quale, sì come dètte principio al nuovo modo di disegnare e di di- |
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pignere, così è giusto e conveniente che e' lo dia ancora alle Vite, |
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nelle quali mi sforzerò di osservare il più che si possa l'ordine delle |
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maniere loro più che del tempo. E nel discrivere le forme e le fattezze |
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degl'artefici sarò breve, perché i ritratti loro, i quali sono da me sta- |
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ti messi insieme con non minore spesa e fatica che diligenza, meglio |
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dimostreranno quali essi artefici fussero quanto all'effigie che il rac- |
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contarlo non farebbe giamai; e se d'alcuno mancasse il ritratto, ciò |
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non è per colpa mia, ma per non si essere in alcuno luogo trovato. |
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E se i detti ritratti non paressero a qualcuno per avventura simili |
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affatto ad altri che si trovassono, voglio che si consideri che il ritratto |
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fatto d'uno quando era di diciotto o venti anni, non sarà mai simile al |
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ritratto che sarà stato fatto quindici o venti anni poi; a questo si ag- |
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giugne che i ritratti dissegnati non somigliano mai tanto bene quanto |
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fanno i coloriti, senzaché gl'intagliatori, che non hanno disegno, tol- |
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gono sempre alle figure, per non potere né sapere fare appunto quelle |
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minuzie che le fanno esser buone e somigliare quella perfezzione che ra- |
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de volte o non mai hanno i ritratti intagliati in legno. Insomma, quan- |
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ta sia stata in ciò la fatica, spesa e diligenza mia, coloro il sapranno che, |
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leggendo, vedranno onde io gli abbia quanto ho potuto il meglio rica- |
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vati, etc. |
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Fine del proemio delle Vite. |