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Vite da Pistoia per non si partire di Firenze. Il quale Antonio, |
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avendo sotto la disciplina dello Starnina imparata la maniera di lui, |
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fece in quel capitolo la Passione di Gesù Cristo e la diede finita, in |
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quel modo che ella oggi si vede, l'anno 1403 con molta sodisfazione |
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de' Pisani. Avendo poi, come s'è detto, finita la capella de' Pugliesi et |
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essendo molto piaciute ai Fiorentini l'opere che vi fece di S. Girola- |
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mo, per avere egli espresso vivamente molti affetti et attitudini non |
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state messe in opera fino allora dai pittori stati innanzi a lui, il Co- |
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mune di Firenze, l'anno che Gabriel Maria signor di Pisa vendé |
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quella città ai Fiorentini per prezzo di dugentomila scudi (dopo l'avere |
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sostenuto Giovanni Gambacorta l'assedio tredici mesi et in ultimo |
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accordatosi anch'egli alla vendita), fece dipignere dallo Starnina per |
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memoria di ciò nella facciata del palazzo della Parte Guelfa un San |
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Dionigi vescovo con due Angeli, e sotto a quello ritratta di naturale la |
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città di Pisa; nel che fare egli usò tanta diligenza in ogni cosa e parti- |
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colarmente nel colorirla a fresco, che nonostante l'aria e le piogge e |
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l'essere vòlta a tramontana, ell'è sempre stata tenuta pittura degna di |
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molta lode e si tiene al presente, per essersi mantenuta fresca e bella |
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come s'ella fusse fatta pur ora. Venuto dunque per questa e per l'altre |
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opere sue Gherardo in reputazione e fama grandissima nella patria e |
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fuori, la morte, invidiosa e nemica sempre delle virtuose azzioni, in |
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sul più bello dell'operare troncò la infinita speranza di molto maggior' |
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cose che il mondo si aveva promesso di lui; perché in età d'anni |
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XLVIIII inaspettatamente giunto al suo fine, con essequie onoratis- |
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sime fu sepellito nella chiesa di S. Iacopo sopra Arno. |