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ANTONIO VENIZIANO. |
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Quanti si starebbono nelle patrie dove nascono, che per gli stimoli del- |
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l'invidia morsi dagli artefici et oppressi dalla tirannia de' suoi cittadini |
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si partono di quelle! e l'altrui nido nuova et ultima patria si eleggono e |
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quivi fanno l'opre loro, mostrando lo sforzo di quel che sanno e parendoli |
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nel far così d'ingiuriar coloro da chi sono stati ingiuriati, de' quali non |
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si curano sentir memoria né nome, obliandoli tanto per la loro invidia e |
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maledicenza che e' non vorrebbono mai ricordarsi del paese che gli |
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produsse; il quale, se bene in questo non ha colpa, non può nientedimeno |
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ammortare con la sua dolcezza quello sdegno giustissimo che negli animi |
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di costoro causò la emulazione e la ingratitudine de' maligni lor |
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cittadini. |
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Il che manifestamente si vide in Antonio Veniziano, il quale ven- |
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ne in Fiorenza con Agnol Gaddi ad imparare la pittura, et appresela |
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di maniera che non solamente era stimato et ammirato da' Fiorentini, |
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ma carezzato ancora grandemente per questa virtù e per l'altre buone |
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qualità sue. Laonde, venutoli voglia di farsi vedere nella sua città per |
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ricogliere in essa il frutto delle lunghe fatiche da lui durate, si tornò a la |
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sua Vinegia, e faccendo quivi a fresco et a tempera molte pitture meritò |